Ex manicomio di Colorno: le opere di Baglione e NemO’s

Abbiamo sempre nutrito una profonda curiosità per i posti abbandonati perché, anche se sono stati condannati ad essere non luoghi, continuano ad urlare la loro storia attraverso muri e oggetti rimasti imprigionati nelle stanze. Per questo motivo, dopo aver visitato il mostro di Casalecchio di Reno, abbiamo deciso di proseguire con un’altra tappa, questa volta emotivamente disarmante. Abbiamo cercato di scoprire la street art all’ex manicomio di Colorno, in provincia di Parma: avevamo letto sul web di splendide opere di Baglione e NemO’s, ma le nostre aspettative non sono state soddisfatte del tutto. Sei pronto a venire con noi alla scoperta di questo tempio del dolore?

Ex manicomio di Colorno: quando la storia urla

La storia di questo “non luogo” è iniziata nel 1873 quando l’amministrazione provinciale di Parma, in seguito all’epidemia scoppiata in città, decise di trasferire provvisoriamente l’ospedale psichiatrico a Colorno, riadattando a nuovo uso i locali dell’ex palazzo ducale e dell’ex convento di San Domenico. Durante gli anni sessanta, Parma è stata il centro di un dibattito importante su temi riguardanti la psichiatria, tanto che molti infermieri e operatori decisero di mostrare al mondo quelli che erano stati e continuavano ad essere gli orrori perpetuati nei manicomi. Fu organizzata una mostra fotografica in città che rappresentò un momento importante di informazione anche perché fino ad allora era assolutamente vietato fotografare i malati.

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Alcuni infermieri iniziarono così a rifiutare la brutalità dell’Ospedale Psichiatrico e durante uno sciopero sfilarono per le vie della città, indossando la camicia di forza e mostrando alla gente gli strumenti di coercizione utilizzati sui degenti. A Parma veniva così rivelata una realtà che pochi conoscevano. Nel 1968 i movimenti studenteschi arrivarono proprio fino a Colorno e un gruppo di universitari incontrò il celebre Mario Tommasini.

Proprio grazie a quest’incontro, al termine di un’assemblea svolta il 2 febbraio 1969, studenti, infermieri e parenti dei ricoverati iniziarono ad occupare l’ospedale psichiatrico e la loro rivolta è durata per 35 giorni. Il manicomio di Colorno però è stato chiuso definitivamente solo nel 1979, a seguito della legge Basaglia, che si è imposta come una modernizzazione dell’impostazione clinica dell’assistenza psichiatrica, instaurando rapporti umani rinnovati con il personale e la società e riconoscendo i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti.

Street art all’ex manicomio di Colorno: il caso di Baglione

Situato in Via Barbara Sanseverino, l’ex manicomio di Colorno ora è completamente blindato. I nostri tentativi di visitare la struttura sono stati vani davanti alle porte sprangate con chiodi e lastre di legno o muri di mattoni. Questa scelta è stata fatta per impedire ai senza tetto e ai malviventi di abitare lo stabile? O forse per impedire che curiosi e ragazzini si mettessero in pericolo in una struttura pericolante? In realtà uno dei motivi che hanno portato alla totale chiusura di questo immenso spazio pare essere in parte anche la street art.

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Per evitare di tornare a casa senza aver visto nulla, abbiamo deciso di arrampicarci su alcune finestre che sono chiuse da griglie in ferro, ma lasciano intravedere gli spazi interni. Proprio nella hall principale, oltre a trovarci davanti a indumenti, carrozzelle e documenti sparsi, abbiamo potuto ammirare le anime realizzate nel 2013 dall’artista brasiliano Herbert Baglione. Proprio all’interno di questi vecchi muri scrostati, il talentuoso urban artist ha deciso di rendere un suo personale omaggio alle tante persone che hanno vissuto anni di sofferenze all’interno di questo “non luogo” abbandonato. Le sue 1000 Shadows sono una delle opere d’arte che più rimarrà impressa nella nostra memoria: poter vedere queste ombre scure sui muri dell’ex manicomio, tra carrozzelle e pezzi di intonaco, è stato emotivamente impegnativo.

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Invece che apprezzare questa riflessione e questo tributo artistico agli ex abitanti del manicomio di Colorno, alcuni cittadini anni fa hanno creato su facebook la pagina “Petizione contro Herbert Baglione“, scrivendo queste parole: “Sottoscriviamo tutti una petizione contro Herbert Baglione writer brasiliano che ha deturpato l’ex manicomio in provincia di Parma, un edifico storico del XVII secolo”. E da allora pare che le porte siano state blindate per sempre. Inutile dire che non potremmo essere più in disaccordo.

Colorno tra street art e memoria

La street art all’ex manicomio di Colorno non porta solo il nome di Herbert Baglione, ma anche di NemO’s e di altri artisti che hanno deciso di celebrare la memoria di questo posto attraverso la loro arte. Purtroppo non abbiamo avuto modo di vedere gli altri muri, ma speriamo ci siano occasioni in futuro, nonostante risulti che al momento l’Ausl di Parma non accetti richieste di visite.

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Poter vedere, anche solo da una finestra, questo non luogo del dolore ormai abbandonato a se stesso ci ha portato a riflettere sul binomio street art e memoria. In questo caso specifico, è stato proprio grazie ad alcuni artisti contemporanei che tante persone, curiose e non solo, hanno deciso di dedicarsi alla riscoperta dell’ex manicomio di Colorno, immaginando le vite che lo hanno accarezzato negli anni passati e gli orrori che sono rimasti imprigionati tra queste mura ormai prive di intonaco e colore. Non sappiamo se avremo mai la possibilità di passeggiare per queste stanze in bilico tra luce ed ombra, ma essere entrate in contatto con questa storia ci ha sicuramente regalato qualcosa che custodiremo gelosamente tra i nostri ricordi.

 

2 commenti su “Ex manicomio di Colorno: le opere di Baglione e NemO’s

  1. Lorenza ha detto:

    Davvero interessante 🙂 Grazie

    1. Anastasia Fontanesi ha detto:

      Grazie a te Lorenza!

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