Lettera all’Alpe di Siusi e altri pensieri confusi

Avevo pensato di scrivere un articolo con una serie di motivi validi per visitare l’Alpe di Siusi, oppure un itinerario sui luoghi perfetti per scattare le migliori foto per Instagram. Alla fine questa volta ho deciso di abbandonare il lato SEO della scrittura e di evitare i consigli utili per dedicare alcune parole a un posto che per me ha un valore unico, perché ti chiederai? Perché sì. Queste parole le devo all’Alpe di Siusi, perché ad alcuni luoghi del mondo davvero speciali, non si può fare altro che dedicare lunghe, infinite lettere d’amore.

alpe di siusi

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Non so se a te sia mai capitato di proseguire ogni giorno con le tue attività, di viaggiare in lungo e in largo, di conoscere persone, cambiare casa e insomma, andare avanti con la vita, ma di tornare ogni tanto con la mente in quel posto che ha fissato una puntina colorata sulla mappa dei tuoi ricordi. Un po’ come si vede nei film in cui i protagonisti avanzano negli anni, ma c’è sempre il solito flashback che torna e non ci puoi fare nulla, solo riviverlo tutte le volte. Detta così sembra quasi una tortura, ma in realtà io la chiamerei una bella evasione.

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Così è successo che nel giro di qualche anno (che a me è sembrato qualche mese) mi sono diplomata, poi sono andata a vivere a Milano, mi sono laureata, poi sono partita per l’Australia, ho viaggiato in lungo e in largo in un van, poi ho deciso di tornare e iniziare la mia nuova vita. Uno, due e infine tre lavori diversi che mi hanno portato a due bellissimi progetti e alla vita che ho adesso a Reggio Emilia. In un baleno sono passati 10 anni da quell’ultima volta in cui avevo messo piede proprio lì, in quel posticino sperduto tra le Dolomiti in cui il tempo va avanti, ma i profumi restano sempre gli stessi.

Tornare in un posto in cui hai lasciato il cuore dopo 10 anni non è per nulla facile: hai migliaia di aspettative e paure, non sai se sarà all’altezza di come l’hai lasciato, se ti deluderà e se la tua bella evasione sarà simpaticamente da cestinare per sempre. Insomma, l’ansia da prestazione è alle stelle ed è strano perché sarebbe dovuta essere l’Alpe di Siusi in ansia da prestazione, ma proprio perché in quel posto c’è una parte di me, la ero io. Mi viene da pensare che l’ansia non era dovuta solo a ciò che avrei trovato, ma a come quel posto avrebbe trovato me dopo 10 anni.

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Così mentre percorrevamo quella stradina piena di curve che ci faceva salire fino ad oltre 2000 metri, ho aperto il finestrino in un solo istante il profumo di alpeggio che solo questa parte di mondo sa regalare mi ha inondata: un misto di fiori, erba, piante selvatiche e fieno che mi ha catapultata in quel mondo che pensavo ormai appartenesse solo ai ricordi. Tutto era lì, al suo posto: il Sassolungo, il Sassopiatto, lo Sciliar e il gruppo del Catinaccio con i Denti di Terrarossa. Non erano cambiati di una virgola quei vecchi amici che mi hanno anche fatto commuovere. Era un po’ come rivedere gli amici di infanzia, una volta cresciuti.

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Così è bastato un solo istante e di colpo ero la stessa bambina che camminava sui pascoli verdi scalza, ero quella che aveva fatto la foto con suo fratello davanti al Sassolungo e al Sassopiatto, ero la stessa che ogni sera guardava le guglie dello Sciliar aspettando l’uscita delle streghe, quelle stesse streghe che però mi spaventavano a morte ogni volta che c’era la loro festa a Castelrotto. Ero la stessa che chiedeva sempre di andare a cavallo, che aveva raggiunto il rifugio Bolzano solo perché mi incoraggiavano di cercare i folletti e gli gnomi nascosti nel bosco. Poi il tempo è passato e questi ricordi mi sembravano lontani, così tanto che non mi ricordo nemmeno se l’ultima volta che ci sono stata all’Alpe di Siusi, avevo pensato a tutte queste cose.

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Alla fine se ripenso a tutte le cose meravigliose che ho avuto la fortuna di vedere nel mondo, l’Alpe di Siusi non è certo la più incredibile, ma quando pianti una puntina colorata nei ricordi, è molto difficile toglierla. Così ho capito questo: non importa quanti deserti, quanti oceani, quanti parchi naturali, quante città d’arte con musei inimmaginabili vedrò nella mia vita, ora so che c’è un posto che sarà sempre il mio posto, in cui il tempo va avanti, ma i profumi e i colori sono sempre gli stessi, gli amici quelli di sempre. Il posto che non ha bisogno di presentazioni e di grandi attese: semplicemente, il mio posto.

 

Category: Viaggi

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2 commenti su “Lettera all’Alpe di Siusi e altri pensieri confusi

  1. mypunkbox Alice ha detto:

    Bellissimo post! E’ proprio così..ci sono posti che restano nel cuore più di altri, specie se ci sei cresciuto, specie se rimangono immutati nel tempo.
    Anche io adoro l’alto Adige e ci sono giusto tornata lo scorso giugno (il mio post dedicato sul blog!)
    Un saluto,
    Alice

    1. Anastasia Fontanesi ha detto:

      Quanto hai ragione Alice! Grazie per i complimenti e andremo a leggere con piacere il tuo articolo. L’Alto Adige è meraviglioso, ma ci sono alcuni posti davvero speciali <3

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