I travestimenti fotografici nell’arte
I travestimenti fotografici nell’arte contemporanea, soprattutto attraverso e grazie la fotografia, da Duchamp in poi, sono un elemento acquisito nella poetica di numerosi autori. Molti di loro hanno utilizzato l’arte del travestimento per abbattere le arcaiche definizioni di genere; attraverso la mediazione del trucco, del mascheramento e della lenta trasformazione, questi artisti hanno saputo dimostrare come sia possibile concretizzare non solo le più intime fantasie, ma anche i dubbi e le paure.
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Un esempio molto noto è quello dell’artista Cindy Sherman, che nel 1978 con Untitled Movie Stills, si è trasformata in diverse star del cinema: questa serie di 69 fotografie di piccolo formato in bianco e nero è ispirata agli schemi della comunicazione cinematografica, rappresentati dalla Sherman come “pose” tratte da immaginari film degli anni Cinquanta, familiari grazie alla tipicità delle situazioni e all’aspetto assunto dalle protagoniste, impersonate sempre dalla stessa autrice.
Il lavoro di ritrattista della Sherman è una parodia dell’immagine che danno i media della donna e se da una parte i suoi camaleontici travestimenti esprimono la ribellione e il rifiuto nei confronti degli stereotipi della cultura di massa, dall’altra svelano anche quanto la costruzione dell’identità venga fortemente influenzata dai modelli imposti da un determinato contesto socio culturale.
@Cindy Sherman
In questo ambito artistico un altro nome degno di nota è quello di Yasumasa Morimura; nelle sue opere si è travestito con grande realismo, assumendo a sua volta l’identità di personaggi famosi. Morimura infatti si è costruito una fama internazionale sostituendo il suo volto a quello di celebri soggetti della storia dell’arte universale e dell’immaginario collettivo contemporaneo, fondendo autoironia e provocazione: dalla Gioconda di Leonardo agli autoritratti di Frida Kahlo, dal “Bar alle Folies Bergère” di Manet alla Maria Teresa di Velasquez. Questi sono solo alcuni dei nomi delle “celebrità” impersonate dall’artista con maniacale cura, suo impeccabile marchio di fabbrica.
@Yasumasa Morimura
Un’altra sostenitrice del binomio arte e trasformazione è Camilla Filippi, attrice ed artista, che ha scelto i social network come palcoscenico per la sua avventura da performer, affidando ad Instagram le sue foto. Camilla cambia e si trasforma quotidianamente in uomo o donna, grazie al gioco del travestimento, assumendo lo stile e i connotati di personaggi celebri del mondo della storia e del cinema, della letteratura e della musica. A non cambiare mai – a parte la sua faccia – è il rituale quotidiano: una inquadratura centrale, mezzo busto, con lo sguardo in camera e una tazza in mano.
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“Psychedelic Breakfast” è così diventata la colazione di Hitler e Jane Fonda, di Dante Alighieri e Amy Winehouse, conquistando gli utenti del web. Da questo successo mediatico, è nata la mostra tenutasi questa estate a Palazzo Collicola di Spoleto, inaugurata in occasione del Festival dei due Mondi e la partecipazione al progetto #GucciGram in cui ha reso omaggio alle stampe Blooms e Caleido della maison, reinterpretando un quadro del pittore surrealista Magritte. Come sottolineato da Achille Bonito Oliva:” il mondo è un palcoscenico, l’essere una creazione teatrale”.
PH copertina: Camilla Filippi
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