Hangar Bicocca: una storia d’amore tra arte e innovazione

Hangar Bicocca è uno dei nostri posti preferiti a Milano: una finestra tra arte e innovazione, che profuma di ricordi newyorkesi. Abbiamo visitato questo spazio alcune volte, ma ogni volta l’innamoramento cresce così oggi abbiamo deciso di riversare su di voi il nostro entusiasmo verso questo incredibile luogo votato all’arte contemporanea e alla sperimentazione.

Hangar Bicocca è una fondazione no profit nata a Milano nel 2004, dalla riconversione di uno stabilimento industriale in un’istituzione dedicata alla produzione e promozione di arte contemporanea. Se questo posto potesse parlare, la sua parola d’ordine sarebbe “ricerca“. Situata in zona Sesto San Giovanni, la fondazione è comodamente raggiungibile in macchina, ma se vi muovete in metro potete prendere la linea lilla da Stazione Porta Garibaldi.

hangar bicocca

@Travelonart

Una volta raggiunto il posto, vi troverete davanti una struttura imponente, con tre spazi espositivi caratterizzati dalla presenza a vista degli elementi architettonici originali del secolo scorso: lo Shed, le Navate, e il Cubo. Le Navate, oltre all’area dedicata alle mostre temporanee, sono la casa della famosa opera permanente di Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti 2004-2015

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Iniziamo il nostro viaggio da questa incredibile installazione permanente che ci ha lasciato a bocca aperta, come bambine che per la prima volta scoprono la meraviglia più autentica. La mostra è composta da cinque opere pittoriche di grandi dimensioni, prodotte tra il 2009 e il 2013, che insieme alle sette “torri” formano un’unica installazione dal titolo I Sette Palazzi Celesti 2004-2015. Le cinque grandi tele Jaipur (2009), due opere della serie Cette obscure clarté qui tombe des étoiles (2011), Alchemie (2012), Die deutsche Heilslinie (2012-2013)  sono esposte nello spazio delle “Navate” che accoglie l’installazione permanente, esaltando il capolavoro di Anselm Kiefer. Il talentuoso artista di origine tedesca ha realizzato sette torri di cemento alte tra i 14 e i 18 metri, aperte in alto e apparentemente in un delicato equilibrio precario. L’enorme sala, molto scura, è un luogo quasi surreale, in cui la fantasia si mescola ai ricordi e ai sogni più particolari, conducendoti per mano in un mondo a tratti pauroso a tratti lunare.

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@Pirelli Hangar Bicocca

Oltre alla visione artistica e alla qualità degli artisti esposti, Hangar Bicocca è uno spazio aperto e accogliente. L’ingresso è gratuito e il visitatore può scattare foto in totale libertà, senza doversi confrontare con quella fastidiosa cappa di alterigia tipica di molte istituzioni culturali italiane. Una figura che abbiamo apprezzato moltissimo è quella del mediatore culturale, appositamente formato per favorire un approccio aperto e curioso ai linguaggi dell’arte contemporanea e per sollecitare nei visitatori l’approfondimento dei temi affrontati dagli artisti. I mediatori sono sempre presenti e si mettono a disposizione del pubblico, rispondendo a domande e curiosità in modo puntuale e consapevole.

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@Pirelli Hangar Bicocca

Oltre a volerci godere un po’ di bellezza, la scelta di tornare a visitare la fondazione è stata spinta da due motivi precisi: la mostra di Laure Prouvost e l’opera realizzata alcuni mesi fa da Osgemeos. Iniziamo per gradi. La talentuosa artista francese, che abbiamo imparato a conoscere dopo la sua vittoria del prestigioso Turner Prize, ha realizzato per il grande spazio Shed dell’Hangar un vero e proprio museo dell’immaginazione che rispecchia una poetica intima, condita da un pizzico di humor surreale che abbiamo adorato.

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Grand Dad’s Visitor Center è un museo dedicato alla memoria del nonno dell’artista e il percorso espositivo si snoda attraverso una serie di esperienze e di spazi. Qui abbiamo avuto la possibilità di goderci un delizioso tè e di esibirci cantando al karaoke: oggetti ordinari resi straordinari e atmosfere paradossali. La mostra alterna luci e suoni, immagini e parole scritte, momenti di quiete e contemplazione a occasioni di euforico divertimento, in un viaggio coinvolgente in cui ogni visitatore non è un semplice spettatore, ma un attore protagonista.

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@Travel on Art

Dopo esserci coccolate con le opere di Anselm Kiefer e Laure Prouvost abbiamo iniziato a passeggiare, circumnavigando lo spazio, fino a raggiungere l’opera realizzata dai fratelli Gustavo e Otávio Pandolfo, conosciuti come Osgemeos. Efêmero è stato il primo intervento del nuovo programma “Outside the Cube”, dedicato alla Street Art e alle forme d’arte legate al contesto urbano e pubblico. A partire dal 2016 e per i prossimi due anni infatti l’area di oltre 1.000 mq all’esterno dell’edificio del Cubo di Pirelli HangarBicocca, viene e verrà messa a disposizione per interventi site-specific commissionati ad artisti internazionali. Il primo intervento realizzato dai fratelli brasiliani è di grandissimo impatto: non vediamo l’ora di scoprire quali saranno le prossime opere!

 

4 commenti su “Hangar Bicocca: una storia d’amore tra arte e innovazione

  1. andrea saccani ha detto:

    tipo l’expo, bellissimo, da visitare!!!

    1. Anna Fornaciari ha detto:

      Di dimensioni è davvero grande! Un luogo per i veri appassionati d’arte: ci dovrai andare!

  2. andrea saccani ha detto:

    Hai proprio ragione: ci devo assolutamente andare!

    1. Anna Fornaciari ha detto:

      Ne rimarrai entusiasta 😉

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