Social Media per i musei: il caso della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

I social media per i musei sono un po’ come la salsa di soia per il sashimi: un’accoppiata vincente.

In un mondo in cui essere online è diventato un imperativo categorico, molto spesso ci dimentichiamo la vera cosa importante: non conta essere online, ma esserlo nel modo giusto. Purtroppo molte realtà aziendali e museali, ritengono i social media qualcosa di divertente, ma superfluo, e allora perché non farli gestire nei ritagli di tempo alla segretaria o a chi per lei? Un altro aspetto che ci è capitato di osservare spesso, specialmente nella gestione delle pagine facebook dei musei, è lo scarso impegno nel costruire una propria community di riferimento.

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social media per i musei

I social media per i musei: quali sono gli obiettivi?

I social media per i musei sono uno strumento essenziale nella costruzione di una serie di obiettivi importanti:

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  • favorire la brand awareness: rafforzare l’immagine del proprio brand è il primo passo per mostrare le proprie competenze e coinvolgere altre persone all’interno dei propri progetti.
  • creare una community di persone che seguono con interesse le iniziative museali, coinvolgendole attivamente e costruendo un dialogo costante con loro. Il valore aggiunto di possedere una community è il continuo scambio di opinioni: che siano buone prassi o critiche. Cosa c’è di più bello che confrontarci con le persone che ci seguono? Possono nascere infinite opportunità di sinergie!
  • buzz marketing: il bello dei social è che, se siamo bravi ad usarli, possono aiutarci a dare grande visibilità ai nostri progetti e alle nostre mostre. Costruire un interesse virale verso una propria iniziativa è possibile? I social media per i musei sono una delle chiavi per entrare in questo mondo dorato.

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social media per i musei

I social media per i musei: ricetta per l’uso

Usare i social media sembra semplice, ma non lo è. La prima cosa da fare è valutare il materiale che un museo ha a disposizione, come foto, video, locandine, contenuti. È importante capire se si è già in possesso di contenuti utilizzabili o se devono essere realizzati ex novo: a seconda di questa prima scrematura, verrà stabilito il budget che un museo dovrà destinare alla comunicazione. Il passo successivo, assolutamente essenziale, consiste nello stabilire il proprio target di riferimento e dalla sua individuazione dipendono l’elaborazione di un piano editoriale e la scelta di quali social media usare o meno per la propria strategia di comunicazione.

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Si può procedere seguendo due strade distinte: la prima è la ricerca diretta sul campo, la seconda è la ricerca diretta sul web. Nel primo caso, il museo può dotarsi di una serie di questionari da distribuire ai visitatori: in questo modo di potranno ottenere alcune informazioni preziose sui profili degli utenti e creare la propria lista di contatti da utilizzare per la newsletter.

Il secondo caso invece consiste nel monitorare le conversazioni: chi parla di noi sul web? Chi ci conosce? Chi non ci conosce, ma potrebbe essere un potenziale utente? Per effettuare questo tipo di analisi potete servirvi di strumenti come Mention e Google Alert. Un’altra risorsa fondamentale è lo studio dei dati del vostro sito: Google Analytics e Google Search Console sono strumenti essenziali per raccogliere informazioni!

 

Una volta che avete stabilito il vostro target di riferimento dovete procedere con la scelta dei social media più adatti alle vostre esigenze (e ai vostri target di riferimento). Qui trovi un focus specifico su alcune delle piattaforme più importanti.

Facebook per i musei

Ormai, quale musei non è su Facebook? Tutti sentono l’esigenza di esserci, ma quali sono i musei italiani che ottengono risultati concreti da questa piattaforma?

Troppo spesso, il feed di Facebook di alcuni musei sono locandine noiose di eventi: nessun coinvolgimento diretto dell’utente, nessuna varietà di contenuti. Usare la pagina Facebook come se fosse un raccoglitore statico e formale di informazioni non ha nessun senso, anzi. Cerca di sfruttare questo social per creare una community di appassionati: trova il tuo tono di voce, diversifica i contenuti, crea contest ad hoc, chiedi agli utenti pareri e opinioni sulle vostre iniziative e i vostri progetti!

Twitter per i musei

Twitter è il survivor dei social media: ogni anno lo danno per spacciato, ma sopravvive e continua ad avere la sua community di appassionati.

Il potenziale di Twitter, in particolare per un’istituzione museale, è enorme: il tuo obiettivo deve essere quello di stringere rapporti con altre realtà a voi affini, diventando opinion leader nei vostri principali settori di appartenenza. La MuseumWeek per esempio è un’occasione importantissima per entrare in contatto con musei di tutto il mondo, scambiandosi esempi di buone prassi e dandosi consigli utili. Oltre a questa ci sono anche le iniziative #followamuseum e #museumselfie, orientate a creare engagement e ad aprire un dialogo con la propria community, ma anche tra diversi musei. È un peccato non sfruttare queste opportunità e rimanere confinati nel proprio piccolo orto.

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Instagram per i musei

Instagram è il social che tra tutti, permette una maggiore sperimentazione di format. Foto, video, grafiche, Reel, Stories, IGTV, guide e dirette: puoi usarlo per mostrare alcune opere, gli allestimenti, gli eventi e le iniziative del vostro museo. Alcune realtà, come il Moma di New York, usano quotidianamente questo social per raccontare la vita dentro al museo.

Puoi inoltre individuare una serie di hashtag, dedicati ad argomenti specifici, e aprire così un dialogo con i vostri followers per ripostare gli user generated content. 

Pinterest per i musei

Pinterest è un’ottimo strumento per creare delle moodboard e delle gallery tematiche: in questo modo puoi mostrare al vostro pubblico i vari spazi e ambienti del museo. Inoltre Pinterest ti aiuterà nel portare traffico verso il sito web: ricordati infatti di collegare ogni pin ad un link del tuo sito!

TikTok per i musei

TikTok è il social che ha dettato una vera rivoluzione dei contenuti negli ultimi anni. Il suo target di utenti è giovane, molto giovane, per questo ha senso utilizzarlo per un museo solo se si vuole parlare alla Generazione Z.

Su TikTok non vale ripubblicare i contenuti di Instagram (e viceversa), ma si devono creare video verticali seguendo le challenge settimanali proposte dalla piattaforma.

Youtube per i musei

Youtube, insieme a Facebook è il social con più utenti attivi al mondo ed è il re dei video. È lo strumento perfetto per costruire un archivio video dei propri eventi e delle proprie inaugurazioni, ma anche per raccontare il dietro le quinte, per condividere dei virtual tour o delle interviste. Questo social media, se gestito con cura, può veramente regalare grandissime soddisfazioni a voi e soprattutto al vostro pubblico. Non sottovalutare anche l’importanza delle dirette per eventi di particolare rilevanza.

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Una volta che avrete scelto i social media, sarete pronti ad elaborare il vostro piano editoriale. Stabilite con attenzione il tipo di approccio che volete usare e siate coerenti con la vostra scelta. Le tre parole magiche per un piano editoriale efficace sono puntualità, qualità e ascolto.

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Case History: la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Social media per i musei o musei per i social media?

Qui ti voglio portare un esempio concreto di ottima gestione dei social in ambito artistico-culturale. La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, con sede a Torino, è un’istituzione senza scopi di lucro, molto apprezzata a livello nazionale ed internazionale. Oltre ad ospitare mostre ed eventi di altissima qualità, la Fondazione è una delle realtà italiane con la migliore gestione dei social media e in particolare della pagina facebook. 

Chi ha la fortuna di visitare la sua pagina facebook avrà modo di apprezzarne l’ironia e la capacità di “essere sempre sul pezzo”. Qualunque notizia avvenuta nel mondo, diventa motivo di ispirazione per i community manager della Fondazione, che hanno la capacità di intrattenere e di far riflettere.

Nessuna imposizione dall’alto, nessun racconto borioso e noioso: solo intelligenza, ironia e bellezza!

La pagina facebook della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo insegna 3 cose molto importanti per una presenza sui social di successo:

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  • dotarsi di un piano editoriale preciso, calibrato non solo sui temi strettamente inerenti alla propria attività, ma anche temi correlati, temi di attualità, backstage e le persone che fanno parte della vostra realtà. In questo modo gli utenti vi sentiranno più vicini e “reali”;
  • non essere troppo auto-referenziali, in sintesi non prendersi troppo seriamente. Non potete sempre e solo parlare di voi stessi esaltando la vostra bellezza e la vostra importanza. Sui social, e in particolare su facebook, è meglio avere un comportamento umile, non essere eccessivamente invadenti e non far prevalere il proprio ego. La soluzione ottimale è trovare il modo per lasciare la parola anche agli utenti stessi che vi visitano (fisicamente e virtualmente). Infine ricordatevi questo must: l’ironia vince sempre!
  • essere presenti in modo costante. Questo è molto importante per facebook, ma non significa che dovete pubblicare 10 post al giorno, ne basta anche uno o in alcuni casi anche uno ogni 2 giorni, ma fatto bene sia a livello di contenuti, che di visual. Non potete però pensare di creare una community, pubblicando una sola volta a settimana o poche volte al mese (per capirci quando rimane il ritaglio di tempo libero da tutte le altre cose).

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Comprendere le potenzialità dei social media e sviluppare una strategia di comunicazione coordinata: la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ci è riuscita, perché non ci proviamo insieme?

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2 commenti su “Social Media per i musei: il caso della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

  1. andrea saccani ha detto:

    molto interessanti

    1. Anna Fornaciari ha detto:

      Grazie mille!

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