Zaha Hadid e le sue opere di architettura più famose

Zaha Hadid è una visionaria e in gran parte dei nostri viaggi siamo andate alla ricerca proprio delle sue opere architettoniche. Perché?

Perché nessuno come lei ha saputo rendere l’impossibile non solo reale, ma vicino a tantissime persone. In questi anni abbiamo visto alcuni dei suoi capolavori a Vienna, Anversa, Roma, ma sono ancora molte le architetture che ci proponiamo di ammirare dal vivo. In questo articolo ti raccontiamo di più sulla sua vita, sulla sua poetica artistica e su alcuni dei suoi progetti più rappresentativi.

Zaha Hadid biografia

Nata a Baghdad nel 1950 in una famiglia agiata, Zaha Hadid ha studiato matematica all’Accademia Americana di Beirut e nel 1972 si è trasferita a Londra per proseguire gli studi alla Architectural Association. Dopo il diploma, ha iniziato a lavorare per uno dei suoi insegnanti, il famoso architetto Rem Koolhaas.

Oltre al lavoro nel celebre studio OMA, si è dedicata per anni all’insegnamento, ricoprendo ruoli molto prestigiosi presso università statunitensi come Yale e Harvard. Uno dei punti di svolta della sua carriera si concretizza nel 1979 quando decide di fondare il suo studio di architettura Zaha Hadid Architects.

Non tutto è oro quello che luccica: i primi anni di lavoro infatti non furono semplici. I suoi progetti, nonostante fossero considerati di grande valore e le facessero vincere premi importanti, non si traducevano in realtà. Una figura chiave per lei è stata Peter Rice, il famoso ingegnere che ha curato progetti considerati impossibile come l’Opera House di Sidney.

I primi edifici che videro da luce risalgono al 1993: prima una casa a Berlino e poi la stazione dei vigili del fuoco dentro al complesso industriale Vitra in Germania, ma la rivoluzione è avvenuta nel 2004. Zaha Hadid è stata la prima donna al mondo a vincere il Pritzker Prize. Ciò che la contraddistingueva rispetto a colleghi più o meno giovani, era la sua visione capace di mettere in discussione qualsiasi convenzione per dare vita all’impossibile.

Da allora la Hadid ha accolto tantissime sfide e il suo studio è diventato un’autentica potenza: purtroppo il suo lavoro è stato interrotto nel 2016, a causa di un infarto che le è stato fatale.

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Zaha Hadid e il decostruttivismo architettonico

Zaha Hadid è stata definita la dama delle linee fluide, per le forme sinuose dei suoi progetti, ed è stata anche la principale esponente del decostruttivismo architettonico.

Ma che cos’è?

Il decostruttivismo nell’architettura si definisce come una “non architettura” che si caratterizza per un’estetica che comprende forme plastichefluide che danno vita a paesaggi fluttuanti. La Hadid ha saputo interpretare in modo concreto e impeccabile la stratificazione degli edifici, con architetture frammentate e interconnesse tra loro attraverso l’uso dell’elemento della passerella.

“Sono sempre stata interessata al concetto di frammentazione e all’idea di astrazione ed esplosione, de-costruendo le idee della ripetitività e della produzione di massa.” (Zaha Hadid, 2007)

Una donna intelligente, capace di anticipare i tempi e sempre pronta ad avanzare davanti alle sfide: nella sua carriera ha dimostrato come l’architettura sia arte e si è dedicata anche all’interior design.

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@Travel on Art, MAXXI Roma Zaha Hadid

Le architetture più famose di Zaha Hadid

Negli anni di attività, Zaha Hadid ha lavorato a tantissimi progetti in tutto il mondo, realizzando architetture apparentemente impossibili e dai budget stellari. Ecco quali sono alcune delle sue architetture più famose.

Vitra Fire Station

È uno dei suoi primi progetti che ha visto la luce. Composta di cemento grezzo e vetro, quando è stata completata non è più stata usata come caserma dei pompieri, ma come centro espositivo.

Centro Culturale Heydar Aliyev

Una delle architetture che vogliamo assolutamente vedere, ma ancora ci manca è il Centro Culturale Heydar Aliyev, in Azerbaigian. Inaugurato nel 2012, è riconosciuta come una delle sue architetture simbolo: la sua forma fluida è idealmente inserita nel paesaggio circostante.

Library&Learning Center del WU Campus

Ti consigliamo, se hai in programma un viaggio a Vienna, di non perdere il Library&Learning Center del WU Campus. L’edificio occupa un’area di oltre 41.000 metri quadrati e ospita al suo interno un laboratorio linguistico, uffici amministrativi, sale per eventi, un centro studentesco, un book shop e una caffetteria.

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@Travel on Art, Library&Learning Center Zaha Hadid

Aquatics Center di Londra

L’Aquatics Center di Londra è una piscina olimpionica che s’ispira alle geometrie fluide dell’acqua in movimento, definendo forme avvolgenti all’interno del paesaggio fluviale del Parco Olimpico.

Guangzhou Opera House

La Guangzhou Opera House è il primo edificio progettato da Zaha Hadid in Cina. Si tratta di un’architettura composta da 2 edifici: nel primo ci sono le sale di prova e la macchina di scena, mentre il secondo viene usato come spazio multifunzionale per eventi.

MAXXI Roma

Il MAXXI di Roma è stato definito da Stefano Casciani come “un monumento all’arte contemporanea come vertigine senza fine”. Si tratta della prima opera di Zaha Hadid in Italia ed è diventata un’icona del suo stile sinuoso; inoltre, grazie a questo progetto, ha vinto lo Stirling Prize.

The Opus

The Opus è uno dei suoi ultimi progetti e forse anche quello dal design più sperimentale. Costruita su un volume squadrato, esibisce su una facciata un vuoto centrale, mentre sull’altra 2 torri che si incontrano. All’interno di questo hotel, sono presenti anche i mobili di Zaha Hadid Design.

Port House Anversa

La Port House di Anversa è una delle sue architetture a cui siamo più affezionate. Si tratta di un veliero che pare spiccare il volo oltre il mare. Puoi scoprire di più qui!

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Zaha Hadid podcast e documentario

Se hai voglia di approfondire la poetica artistica di Zaha Hadid e la sua vita, abbiamo due risorse gratuite e molto interessanti da consigliarti.

Nel podcast “Morgana”, di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, c’è un’intera puntata alla celebre archistar: noi l’abbiamo trovata di qualità e ben approfondita, anche dal punto di vista personale rispetto alle sfide e alle difficoltà che la Hadid ha affrontato nella sua carriera.

The Architects’ Journal ha reso accessibile sul proprio canale You Tube il documentario “Zaha: An Architectural Legacy”. Prodotto da Laura Mark e diretto da Jim Stephenson, il film unisce interviste e racconti dei progetti che hanno maggiormente inciso nella sua produzione, come il MAXXI di Roma. Tra le persone intervistate, oltre al collega Patrik Schumacher, ci sono gli architetti Eva Jiricna e Nigel Coates, l’urbanista Ricky Burdett, la caporedattrice di AJ Christine Murray e l’ingegnere Hanif Kara.

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