UrbanArt Biennale Völklingen: quando un parco industriale investe sull’arte
Spesso le storie più indimenticabili nascono in luoghi che hanno bisogno di riscatto: è proprio così che è nata la UrbanArt Biennale Völklingen e ora vogliamo raccontarti la storia di questo progetto. Quando abbiamo scoperto la realtà delle acciaierie Völklingen abbiamo deciso che avremmo dovute visitarle in prima persona per capire che cosa succede ad un gigantesco parco industriale in disuso che sceglie di investire sulla street art. Dopo il nostro arrivo a Stoccarda, abbiamo guidato per 6 ore nell’arco di una sola giornata, raggiungendo la regione della Saar in Germania: è stato stancante? Eccome, ma ne è valsa davvero la pena e ora ti sveliamo perché!
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@Travel on Art, art by Mambo
Indice
Völklingen Hütte: da ferreria a patrimonio Unesco
Völklinger Hütte è l’unica industria ferriera al mondo, risalente al periodo di massimo successo dell’industria del ferro e dell’acciaio nel XIX e XX secolo, ad essere giunta perfettamente integra ai giorni nostri. Questa immensa struttura copre una superficie di 600.000 metri quadrati ed è il primo monumento della storia industriale ad essere stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1994, dopo essere rimasta in disuso per quasi 10 anni.
Come evidenziato sul sito UNESCO, “la spianata con i sei altiforni imponenti e l’ascensore inclinato unico al mondo nel suo genere sono autentici gioielli dell’ingegneria degli inizi del XX secolo, proprio come la piattaforma alta quasi 30 metri da cui coke e carbone venivano versati negli altiforni.” Oggi l’Alte Völklinger Hütte è a tutti gli effetti uno dei luoghi più visitati dagli appassionati di archeologia industriale, ma anche dagli amanti dell’arte e della musica. All’interno di questo luogo, in bilico tra passato e futuro, è ospitata una mostra permanente molto interessante, ma non solo: performance teatrali ed eventi di musica e street art animano Völklinger Hütte, dimostrando quanto nulla sia davvero impossibile.
@Travel on Art, art by Mentalgassi
UrbanArt Biennale Völklingen: il paradiso della street art
Völklinger Hütte è stato un luogo di lavoro a tratti infernale, ma oggi ha scelto di raccontare una nuova storia, all’insegna della memoria, ma anche del riscatto verso una nuova identità. La UrbanArt Biennale Völklingen è stata una scommessa vinta e noi ne siamo rimaste completamente stregate. Se molti pensano che le grandi opere di street art si trovino a Berlino e Los Angeles, New York e Londra, in realtà il sito industriale dismesso di Völklingen non è affatto da meno. Dal 2011 infatti, ogni due anni, viene organizzata la UrbanArt Biennale, un evento che ha portato in questa immensa fabbrica centinaia di artisti provenienti dalla Germania e da tutto il mondo. Tra questi si possono citare grandi nomi come Vhils, Levalet, Mentalgassi, El Bocho e molti altri ancora.
In questi anni sono state oltre 400.000 le persone che hanno preso parte a questo evento artistico e oltre 200 sono gli artisti che hanno realizzato muri e installazioni site specific che dialogano con l’ambiente circostante, raccontando storie e volti a cui è impossibile rimanere indifferenti. La nostra visita alla UrbanArt Biennale Völklingen è stata un po’ anomala perché la Biennale si era conclusa da pochi giorni, ma siamo comunque riuscite a vedere decine di opere che si inserivano con una naturalezza disarmante all’interno degli spazi di questo sito Unesco.
Opere di MonkeyBird, Mentalgassi, Pejac, Mambo e molti altri si celano dietro gli angoli più impensati, lasciandosi cercare e trovare come i tesori più preziosi. La nostra ricerca, guidata in parte dalla disponibilità del direttore di Völklinger Hütte, è stata a tutti gli effetti una delle esperienze più emozionanti degli ultimi anni e ti consigliamo assolutamente di programmare una visita in questo luogo, se puoi magari proprio durante la prossima Biennale nel 2021.
@Travel on Art, art by MonkeyBird
Dall’auto di Dan Rawlings al muro di Ammar Abo Bakr, senza dimenticare i collage di Blaze e gli uomini senza testa di Levalet: quando sentiamo dire che la street art piace perché è “carina e colorata”, vorremmo mostrare a tutti le foto di questo luogo. Qui si respirano la storia di un passato ingombrante e la vita di uomini e donne che avevano ben poco di “carino” a cui ambire e i capolavori realizzati da questi artisti sono un tributo a loro e un filo conduttore che invita a non dimenticare la storia, ma scegliere di cambiarla quando serve. Visitare la UrbanArt Biennale Völklingen è un viaggio nel viaggio e noi custodiamo questa esperienza con un particolare affetto.
UrbanArt Biennale Völklingen: informazioni per la visita
Il costo del biglietto di ingresso con visita alla ferreria, alla biennale di street art e alla mostra temporanea in corso è di 17 euro. Per vedere le varie opere della Biennale di street art, devi raggiungere l’area indicata sulla mappa che ti viene consegnata all’ingresso, interamente dedicata alla UrbanArt Biennale Völklingen. Da qui devi seguire le indicazioni tracciate dai cartelli fucsia, ma attenzione: non dimenticare mai di guardarti attorno perché alcune opere, come quelle del collettivo Mentalgassi, si trovano dove meno te lo aspetti.
Per raggiungere la Völklinger Hütte noi abbiamo noleggiato un’auto da Stoccarda e guidato per tre ore all’andata e tre ore al ritorno, ma questo luogo è facilmente raggiungibile anche da Strasburgo e Metz-Nancy, in Francia, Saarbrücken e Francoforte in Germania e dal Lussemburgo.
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@Travel on Art, art by Ottmar Hörl
Second Life di Ottmar Hörl: 100 workers
Un’altra chicca che abbiamo avuto la fortuna di scoprire durante la nostra visita alla Völklinger Hütte è stata la mostra Second Life di Ottmar Hörl. Le sue opere e il suo stile sono già famosi e per questo luogo ha creato un progetto scultoreo ad hoc davvero impattante. Le sue figure rappresentano principalmente gli operai con elmetto e indumenti da lavoro che per decine di anni hanno lavorato all’interno di questa gigantesca ferreria: l’intero progetto è stato creato proprio con l’obiettivo di omaggiare loro e il lavoro che hanno svolto durante le loro vite. Sempre di Ottmar Hörl, è anche una grandissima scultura che rappresenta un gorilla, inserita nella parte della UrbanArt Biennale Völklingen: mostra assolutamente consigliata!