Leopold Museum di Vienna: alla scoperta di Egon Schiele

Sono innamorata delle opere di Egon Schiele da molto tempo, per questo quando ho saputo che sarei andata in Austria, mi sono sfregata le mani: il Leopold Museum di Vienna è il posto perfetto per dedicarsi alla scoperta di centinaia di capolavori d’arte moderna austriaca collezionati da Rudolf Leopold, appassionato esperto d’arte. Situato all’interno del MuseumsQuartier, vicino alla Hofburg, questo tempio dell’arte non è solo un luogo dalla grande bellezza, ma anche molto accogliente. Appena varcata la soglia infatti mi sono seduta su una comoda poltrona all’ingresso e ho trascorso alcuni minuti a guardare la struttura: per me, che amo il minimalismo, è stato un autentico incanto, ma entriamo nel dettaglio.

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@Leopold Museum Vienna

Leopold Museum di Vienna: guida alla visita

Il Leopold Museum di Vienna è un’autentica camera del tesoro dello stile Liberty viennese ed è anche più visitato del MuseumsQuartier, la piazza culturale più alla moda del capoluogo austriaco. Il costo del biglietto di ingresso è di 13 euro, ma sono previsti molti sconti e la possibilità di acquistare dei biglietti cumulativi. La struttura esterna è assolutamente imponente e crea un particolarissimo contrasto con il complesso delle ex scuderie di corte imperiali, presentandosi come un cubo luminoso di cemento bianco. Al suo interno infatti la luce regna sovrana ed è impossibile non perdere qualche minuto osservando, dalle finestre panoramiche del museo, la Maria Theresien-Platz e il palazzo imperiale.

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Ma che opere ospita questo tempio dell’arte? In primis la collezione di Egon Schiele più grande e più importante del mondo, situata al terzo piano, e i capolavori del fondatore della Secessione Gustav Klimt. Da non dimenticare anche i pezzi unici della Wiener Werkstätte da Josef Hoffmann fino a Koloman Moser, ritenute opere d’arte straordinaria nella storia del design internazionale. Ora però voglio entrare nello specifico per quanto riguarda la collezione dedicata al grande interprete austriaco che, nonostante la sua prematura scomparsa, ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte.

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@Leopold Museum Vienna, Self Portrait 1915

Egon Schiele e la sua interpretazione della realtà tra decadenza e nevrosi

Chi decide di visitare il Leopold Museum di Vienna avrà la possibilità di ammirare 42 dipinti, 187 opere grafiche originali, tra cui disegni e fogli a colori, e lettere di Egon Schiele. Il proprietario di gran parte di questi tesori è Rudolf Leopold, che iniziò negli anni ’50 a collezionare in grande quantità gli straordinari lavori del precoce espressionista. Ogni volta che mi accosto ad una delle sue tele la prima parola che mi viene in mente è intensità: una violenza malinconica e sensuale che pervade l’opera lasciando lo spettatore a tratti inerme e a tratti affaticato davanti ad una tale violenza creativa.

Dalle celebri figure femminili dai corpi nodosi e dalle pose contorte che incarnano una sensualità inquieta e a tratti nostalgica si passa poi ai paesaggi, dalle atmosfere indomabili. Una cosa che ammiro moltissimo di Schiele è il fatto che con la sua arte non abbia avuto paura di farsi interprete della decadenza e della nevrosi di fine secolo, esprimendo quella che era la sua stessa angoscia e fragilità di fronte ad una coscienza troppo sensibile e consapevole della realtà. “Il mio cammino conduce nell’abisso“: non avrebbe potuto scegliere parole più accurate per accompagnarci per mano alla scoperta del suo mondo.

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