Mumok di Vienna: un viaggio al MuseumsQuartier
Dopo aver parlato di gallerie d’arte, centri culturali e street art, oggi ci chiuderemo per qualche ora in un museo che offre una ricca collezione di opere d’arte moderna e contemporanea: benvenuti al Mumok di Vienna. Situato nel MuseumQuartier, questo tempio dalla struttura avveniristica mi ha conquistato non solo per la sua architettura, ma in particolare per una mostra temporanea, Art into Life, che si concluderà il 24 giugno 2018.
Ma innanzitutto, che cos’ è il MuseumQuartier? Inaugurato nel 2001, si è presto imposto all’attenzione internazionale per la straordinaria versatilità della sua offerta culturale. In questo polo si possono ammirare alcune opere di Picasso e Warhol custodite nel “Mumok” e quelle di Egon Schiele, presso l’imperdibile Leopold Museum. Non meno degni di nota il Kunsthalle Wien, che non ho potuto visitare perché era chiuso per allestimento, l’Architekturzentrum Wien e soprattutto il Museo per bambini , lo ZOOM Kindermuseum.
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Mumok di Vienna: guida alla visita
L’edificio cubico è rivestito di basalto e offre 4800 metri quadrati di spazio espositivo per accogliere i capolavori della collezione di arte moderna e contemporanea, che comprendono, nel complesso, oltre 7000 opere. Il biglietto del museo costa 12 euro, ma ci sono alcuni sconti, e una volta varcata la soglia ti troverai davanti anche un delizioso bar specializzato in cupcake (finita la visita potrai approfittarne 😉 )Ma ora parliamo della collezione che abbraccia la modernità classica, rappresentata da movimenti come il cubismo, il futurismo e il surrealismo, fino ai movimenti artistici degli anni ‘60 e ‘70, come la Pop Art e Fluxus. Tra gli artisti che spiccano ci sono Paul Klee, Pablo Picasso, Andy Warhol e Roy Lichtenstein: nei prossimi anni si dedicherà sempre più attenzione anche alla fotografia e alla video arte, impossibile uscire insoddisfatti!
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Arts into Life: una mostra da non perdere
Il Mumok di Vienna però non è apprezzato solo per la sua collezione, ma anche per la biblioteca che contiene circa 30000 media, soprattutto libri su e di artisti, cataloghi e riviste specialistiche del XX e XXI secolo, e le mostre temporanee. Durante la mia visita sono rimasta conquistata da Art into Life e, insieme a me, anche una classe delle scuole medie di ragazzini che giravano da un’opera all’altra con grande interesse e piacevole stupore. Negli anni sessanta si sviluppò nel mondo dell’arte un movimento avanguardista che aveva l’obiettivo di abbattere i classici parametri artistici: il primo importante collezionista di queste opere è stato Wolfgang Hahn, capo restauratore presso il Wallraf Richartz Museum di Colonia.
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Con più di 400 opere acquistate, il minimo comune multiplo di questi capolavori era lo slogan “l’arte nella vita“. L’obiettivo infatti era quello di superare una tradizione obsoleta nella pittura, usando oggetti, testi e spartiti musicali di ogni giorno invece di creare lavori di pittura e scultura classica: il risultato è assolutamente straordinario e coinvolgente. Da Allan Kaprow, Nam June Paik e John Cage al maestro Daniel Spoerri: passeggiare per questa sala è stato un sogno ad occhi aperti. Le opere che più mi hanno conquistato sono state:
- Klavier Integral di Nam June Paik: l’artista coreano ha scioccato completamente la classe media tedesca stabilendo che il pianoforte fosse un tabù che doveva essere distrutto. Nella sua prima e storica performance a Wuppertal, quattro pianoforti furono trasformati in oggetti d’azione, sovraccarichi di spazzatura di civiltà . Premendo i tasti, emergevano una varietà di effetti visivi e acustici, tra cui luci campane, il suono di una radio e molto altro ancora: il pubblico è stato incoraggiato a prendere parte a fianco di Paik, che ha graffiato il pianoforte e l’ha macchiato con della vernice. Klavier Integral è l’unico resto dei quattro pianoforti;
- Hahn’s Supper di Daniel Spoerri: questa opera è stata creata su esplicita richiesta del collezionista Wolfgang Hahn ed è il risultato di una pianificazione studiata. Ecco l’aneddoto: in occasione della produzione di un film, si tenne una cena in casa di Hahn nel 1964, alla quale parteciparono ben 16 persone. Gli ospiti invitati erano arredatori e dovevano provvedere a portare le loro stoviglie da casa. Daniel Spoerri era stato nominato cuoco e maestro di cerimonie così, quando la cena si era conclusa, scambiò la pentola per un piatto di colla e congelò la composizione casuale come una specie di istantanea tridimensionale.
@Mumok di Vienna
Il Mumok di Vienna è un museo che racconta la storia dell’arte, tra storie del passato e proiezioni del futuro: lo spettatore deve avere la pazienza di andare oltre allo sguardo e diventare interprete di ciò che gli artisti hanno voluto trasmettere con le loro opere. Personalmente non dimenticherò mai di essere entrata in contatto con alcuni lavori che hanno reso l’arte un processo creativo e sociale: se stai programmando un viaggio a Vienna non perderti questa tappa!
Ph copertina: Mumok