Henri Toulouse-Lautrec a Palazzo Reale: il racconto del suo mondo fuggevole
Henri Toulouse-Lautrec è sicuramente uno degli artisti più interessanti della sua epoca e ha segnato un punto di rottura importante nella storia dell’arte. Palazzo Reale di Milano ospita una mostra a lui dedicata, visitabile fino al 18 gennaio 2018, che ne ripercorre la vita e la carriera nelle sue tappe principali, raccontandone la storia ed esplicitandone le influenze. L’esposizione, promossa da Giunti Arte Mostre Musei e da Electa in collaborazione con il Museo di Toulouse-Lautrec di Albi, Palazzo Reale e il Comune di Milano, riunisce più di 250 opere, comprendenti dipinti, disegni, litografie e 22 manifesti, il vero pezzo forte della mostra. Le opere, provenienti sia dal Musée Toulouse-Lautrec di Albi che da altre collezioni museali e private, illustrano l’evoluzione stilistica di un artista tanto geniale quanto dannato.
@Henri Toulouse-Lautrec
Henri Toulouse-Lautrec era di stirpe aristocratica e, a causa dell’abitudine di famiglia di mescolarsi con consanguinei per mantenerne intatta la purezza di nome e di sangue, è nato con problemi di malformazione ossea che lo hanno condannato per sempre ad avere l’aspetto di un nano. Le terapie e le cure dei genitori furono inutili: all’età di 14 anni Henri si ruppe il femore sinistro e quello destro a distanza di un anno, provocando un arresto nella crescita delle gambe, che non sono mai guarite, costringendolo a letto per un certo periodo.
Da questo momento Henri, impossibilitato a svolgere altre attività, iniziò a dedicarsi alla pittura in modo assiduo.
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Fortemente incoraggiato dai genitori, prese lezioni di disegno, ma si dimostrò presto insofferente all’impostazione accademica tanto da lasciare l’atelier del maestro Cormon per aprirne uno suo a Montmartre. Nel pittoresco quartiere di Parigi Lautrec ha potuto finalmente essere sé stesso, emancipandosi completamente dai genitori e dall’ideale di gentiluomo aristocratico che volevano diventasse, per vivere da vero bohémien una vita sregolata e senza freni. Gli anni a Montmartre furono particolarmente fecondi: a quest’epoca risalgono alcune delle sue opere più famose, oltre che l’elaborazione del suo stile unico e originalissimo, quello dell’Affiche, i manifesti dei locali con i programmi delle serate, commissionati dai cabaret stessi.
@Henri Toulouse-Lautrec
Fu proprio la frequentazione assidua di cabaret, case di tolleranza e locali come il Moulin Rouge che ispirarono le opere più celebri dell’artista, i cui soggetti prediletti erano infatti i protagonisti delle notti parigine. Lautrec fu fortemente ispirato dalle stampe giapponesi, cui la mostra dedica un’intera sala, rendendo espliciti i legami tra i suoi Affiche e le meravigliose opere nipponiche: le linee sottili ma precise, i colori piatti ma brillanti e l’attenzione per la figura femminile e l’erotismo delle scene tra amanti. Con i suoi manifesti ha dimostrato di essere un artista originalissimo e moderno: bandì il realismo, la prospettiva e il chiaroscuro, che non si addicevano a locandine che dovevano farsi notare anche da lontano, per una tecnica fatta di linee decise, forti contrasti, piatte campiture di colori vivaci. La mostra dedica ampio spazio a queste opere, tra cui spiccano alcune tra le più famose, come La clownesse assise e Jane Avril.
@Henri Toulouse-Lautrec
Il declino fisico e artistico di Lautrec tuttavia arrivò presto: l’artista si ritrovò giovanissimo a pagare lo scotto di una vita sregolata, dopo pochissimi anni di carriera artistica. Logorato dall’alcolismo, dalla sifilide contratta nei bordelli parigini, dal consumo di oppio e dalla malattia ossea di cui soffriva, fu vittima di deliri paranoici e frequenti crisi di delirium tremens che lo portarono a continui trasferimenti, dapprima in clinica, in seguito in diverse città della Francia, e infine nel castello di famiglia, per disintossicarsi dalle sue dipendenze.
Ma fu tutto inutile: devastato dai dolori e svuotato della sua creatività artistica, Henri Toulouse-Lautrec si spense all’età di 37 anni. Nonostante la morte prematura, la sua produzione artistica fu intensissima. Ha saputo rappresentare i bassifondi di Parigi e l’accogliente ambiente delle case chiuse, senza pudore, ma anche senza giudizi o moralismi, e ciò lo ha reso un grande rappresentante della sua epoca, artista versatile e profondamente moderno.