La mostra di Wes Anderson alla Fondazione Prada
Cosa succede quando un regista poliedrico e visionario come Wes Anderson viene chiamato a curare una mostra?
Che il risultato è curioso, originale, sicuramente unico come la sua filmografia. La mostra di Wes Anderson alla Fondazione Prada è il calco di quella allestita al Kunsthistorices Museum di Vienna tra il novembre 2018 e aprile 2019, con la particolarità che a Milano vediamo la versione più estesa e più ricca, con 538 opere per l’esattezza. Ecco un consiglio pratico importante: prima di visitare la mostra armati di pazienza, soprattutto nel week end e nelle ore centrali, perché i tempi di attesa sono biblici, ma una volta entrati la tua attesa verrà ampiamente ripagata. E ora partiamo con il racconto di questa esperienza!
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Ph: Christian Mendez
Wes Anderson | Juman Malouf: il Sarcofago di Spitzmaus e altri tesori
L’idea, condivisa e messa in pratica da Wes Anderson, con la compagna e illustratrice Juman Malouf, è quella di allestire una personale Wunderkammer, sul modello delle stanze del XVI destinate a raccogliere oggetti fantastici di ogni tipo, reperti di storia naturale, monete, cammei, quadri e molto altro. Le opere in mostra sono state personalmente selezionate dalla coppia e provengono da 12 collezioni del Kunst di Vienna e da 11 dipartimenti del Museo di storia naturale. Il richiamo inoltre è anche ad un altro museo, quello del Castello di Ambras a Innsbruck, considerato come il museo più antico del mondo, progettato nel 1570 da un architetto italiano, Giovanni Battista Guarienti, per ospitare le collezioni dell’Arciduca Ferdinando II di Asburgo e di sua moglie, su ispirazione delle corti italiane.
La mostra è allestita nel Podium della Fondazione Prada: qui è stato creato un ambiente ispirato alla tradizione del giardino all’italiana, con siepi e padiglioni che ricordano la tradizione rinascimentale. All’ingresso, dobbiamo fare i conti con la luce: soffusa e bassa, crea un ambiente intimo e privato anche nei momenti di ressa. La sensazione che si ha è quella di essere ospiti e viene naturale parlare a bassa voce e muoverci con cautela e in silenzio per non essere di impiccio.
Ph: Andrea Rossetti, courtesy Fondazione Prada
Wes Anderson alla Fondazione Prada: che tesori troverai?
Durante la tua visita alla mostra, devi sapere che non c’è un percorso obbligatorio da seguire: gli ambienti creati e le opere sono numerati in modo da poterli ritrovare sulla brochure di carta che puoi prendere all’inizio, leggendo così il titolo dell’opera e l’anno di creazione. I due curatori per la mostra di Wes Anderson alla Fondazione Prada non hanno seguito un approccio scientifico, quanto più si sono affidati al loro estro mettendo in relazione oggetti che dialogano attraverso canoni non sempre usuali. Ogni oggetto è stato associato per cromia o per dimensione, valorizzando la sua unicità.
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Troviamo un ambiente per i ritratti infantili, una teca dedicata al mondo animale e una dove viene celebrato il colore verde, spaziando dagli strumenti musicali alle ceramiche, fino agli abiti. E poi ancora paesaggi, ritratti (tra i quali quelli della famiglia irsuta di Petrus Gonsalvus), monili e statuette da tutto il mondo. L’oggetto più curioso posto al centro del Podium, conservato in una teca di vetro, è il Sarcofago di Spitzmaus, a cui il titolo della mostra rende omaggio: una scatoletta di legno egiziana che contiene al suo interno la mummia di un toporagno del IV secolo a.C.
Ph: Andrea Rossetti, courtesy Fondazione Prada
Mostra consigliata?
La mostra di Wes Anderson alla Fondazione Prada meriterebbe più di una visita, non solo per osservare meglio la miriade di oggetti esposti, tra cui un bellissimo ritratto di Isabella d’Este dipinto da Rubens, ma anche per cogliere il senso della mostra. La scelta apparentemente banale di collocare oggetti fatti e finiti in un contesto simile (non ti dice niente la parola Ready made?), nasconde in realtà un ragionamento che indaga i motivi per cui l’ uomo è portato a collezionare. Il progetto della mostra è completato non da un semplice catalogo didascalico ma da un vero e proprio libro d’artista che comprende disegni, riproduzioni e materiali vari.
Questa è forse la mostra più eccentrica che vedrai quest’anno: hai tempo fino al 13 gennaio 2020. Da non perdere!
PH: foto via Kunsthistorisches Museum Vienna
L’articolo è stato curato e scritto da Carlotta Balestra