Hacking come mezzo creativo? Il caso del collettivo !Mediengruppe Bitnik
L’arte contemporanea può essere controversa, irriverente e camaleontica e questo e ciò che più ci ha fatto affezionare a lei. Probabilmente è stata la stessa cosa per il collettivo !Mediengruppe Bitnik di Zurigo che ha deciso di fare dell’hacking il suo mezzo creativo per eccellenza. Molte persone potrebbero storcere il naso leggendo questo articolo ed è comprensibile quando si parla di bot e darknet, ma se ti fidi di noi potresti scoprire anche qualcosa di molto interessante. Ciò che devi assolutamente sapere prima di procedere con la lettura è che !Mediengruppe Bitnik è un collettivo artistico che ha programmato un bot per acquistare oggetti sul dark web in maniera del tutto casuale: tutto quello che comprano viene poi spedito nella loro sede espositiva.
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@ !Mediengruppe Bitnik
!Mediengruppe Bitnik: il dark web entra in galleria
Il !Mediengruppe Bitnik è un collettivo di artisti contemporanei che lavorano con e su Internet e vivono tra Zurigo e Londra. La loro pratica si espande dal digitale per influenzare gli spazi fisici, spesso applicando intenzionalmente una perdita di controllo per mettere in discussione strutture e meccanismi prestabiliti: inoltre sono molto impegnati nel formulare domande e creare dubbi su alcuni assiomi della società contemporanea. Con il tempo hanno deciso di fare dell’hacking il loro mezzo creativo e i risultati sono davvero esplosivi: hanno elaborato un bot che hanno chiamato “The Random Darknet Shopper“, che è stato programmato per fare shopping una volta a settimana nel dark web con un budget di 100$ in BitCoin: gli oggetti acquistati vengono poi spediti nello spazio espositivo in cui lavorano.
Gli oggetti acquistati sono tra i più svariati e in alcuni casi hanno anche sfatato l’aria di malaffare che circonda il dark web: un paio di jeans, una t shirt contraffatta, due cappelli muniti di telecamera e un mazzo di chiavi passe-partout dei vigili del fuoco. Pensate che sia tutto qui? E invece no: è arrivato anche un DVD munito di dieci pastiglie di ecstasy, una lista di quasi due milioni di contatti email di cittadini americani, un tutorial su come manomettere un distributore di coca cola e il facsimile utilizzabile per truffe di una bolletta inglese. Il collettivo ha realizzato una vera e propria collezione di oggetti, che “sono una fotografia della nostra società e soprattutto dei nostri lati più oscuri che tendiamo il più delle volte a tenere nascosti”. Nel dark web si trova veramente qualunque tipo di oggetto, da quello apparentemente più comune a quelli più pericolosi: per questo motivo nel 2014 le forze dell’ordine svizzere hanno temporaneamente sequestrato tutto il materiale della mostra realizzata da !Mediengruppe Bitnik per accertarsi che nessun tipo di illecito venisse perpetuato.
@ !Mediengruppe Bitnik
Secondo il collettivo il loro lavoro consiste nel prendere le varie strategie di hacking e declinarle nella loro pratica artistica: andare oltre alla superficie delle cose per capire il reale funzionamento di alcuni meccanismi della società. Se molte persone si accontentano di conoscere solo ciò che appare in superficie, !Mediengruppe Bitnik ha deciso di scardinare alcune regole e andare oltre, trasformando i sistemi della cultura e della società nel loro materiale artistico.
Ph copertina: Mousse Magazine