4 documentari su Banksy da vedere tutti d’un fiato
Quando si parla di street art è impossibile che il nome di Banksy non aleggi nell’aria, come una presenza silente, ma prepotente allo stesso tempo. Su questo artista, ancora anonimo, si è detto davvero di tutto e sono tantissimi i collezionisti e gli appassionati che venderebbero l’anima al diavolo in cambio di una delle sue opere! Se hai voglia di scoprire tutto quello che puoi sul suo universo artistico, abbiamo la soluzione per te: ecco 4 documentari su Banksy da vedere tutti d’un fiato! Buona visione!
Exit Through the Gift Shop
Considerato il “re” dei documentari su Banksy, Exit Through the Gift Shop è stato presentato nel 2010 al Festival di Berlino e al Sundance Film Festival, ricevendo recensioni estremamente positive e ottenendo molti riconoscimenti. Non meno importante è stata la candidatura agli Oscar 2011 come miglior documentario: ma di che cosa parla nello specifico? Ciò che colpisce non è soltanto la storia, quanto l’incredibile quantità di preziosi materiali filmati che svelano la posizione militante di Banksy, molto attivo sia a livello artistico che sociale.
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@Cinque Cose Belle, scena Exit Through the Gift Shop
Exit Through the Gift Shop inizia con la storia di Thierry Guetta, un immigrato francese a Los Angeles, da sempre molto appassionato di street art. Guetta è abituato a documentare su pellicola ogni avvenimento della sua vita e tutto cambia con l’incontro di suo cucino Invader, famoso per le opere con cui ha riempito non solo Parigi, ma anche altre capitali europee. In questo modo il simpatico Thierry entra in contatto con i migliori street artist, seguendoli nelle loro incursioni notturne a Parigi e a Los Angeles e sognando di conoscere l’uomo senza volto, cosa che poi accade, ma non voglio svelarti troppo. In poco tempo lui stesso si trasforma in Mr. Brainwash, un artista le cui opere sono fortemente influenzate dagli stili e dalle idee di vari personaggi incontrati durante le sue riprese del mondo della street art, inclusi Banksy, che viene mostrato mentre si dedica alle sue opere, e Fairey. Alla fine di questo documentario, per quanto il mistero non venga svelato, proverai un grande affetto per “il famoso uomo senza volto”!
L’uomo che rubò Banksy
Ho visto questo documentario al cinema poche settimane fa e devo dire che ne sono rimasta particolarmente conquistata. Oltre a parlare di Banksy infatti si sono toccate molte altre tematiche di grandissimo interesse: dalla situazione sociale di Betlemme al muro divisorio, dall’effettiva proprietà di un’opera di street art al valore del contesto di riferimento. L’uomo che rubò Banksy di Marco Proserpio, narrato da Iggy Pop, racconta la storia di un taxista di Betlemme, Walid, che ha staccato da un muro un’opera del famoso street artist di Bristol.
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@Rolling Stones, opera rubata a Banksy
Che conseguenze può avere questo gesto? Che significato ha un’opera di street art se viene completamente decontesualizzata e inserita in un altro ambiente? Tra i documentari su Banksy questo è sicuramente quello che sfiora in modo più delicato la vita dell’artista, dedicando invece moltissima attenzione ad altre dinamiche determinanti nel mondo dell’arte urbana.
Saving Banksy
Molto spesso ho sentito dire che Banksy, pur non facendo nulla, ha sempre i riflettori puntati addosso. In realtà non credo sia così vero: oltre ad essere un artista, Banksy è un comunicatore nato, grande conoscitore del mercato dell’arte e delle dinamiche da seguire per ottenere un effetto WOW. Il documentario Saving Banksy del regista Colin Day mostra tutti i personaggi più noti della cultura urbana come 1xRUN, Doze Green, Risk, Anthony Lister e Revok, così come Niels Mueman e Blek Le Rat. Ma Banksy dov’è?
Questo documentario propone molte domande che, se ami la street art, almeno una volta ti sarai posto. Partiamo dalla storia di Mr. Greif, grande appassionato di street art che è balzato alle cronache per aver fatto rimuovere da un edificio di San Francisco un’opera di Banksy perché rischiava di essere coperta per ripristinare il decoro urbano: la sua scelta è stata quella di portarsi l’opera direttamente a casa. Decisione puramente economica o autentico desiderio di preservare la bellezza? Tu cosa ne pensi? Se vuoi approfondire questa tematica, il documentario è visibile su Netflix!
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@Banksy Does New York
Banksy Does New York
Ultimo, ma non per importanza, tra i documentari su Banksy spicca Banksy Does New York: le videocamere del regista Chris Moukarbel hanno seguito l’elusivo artista di strada durante la sua autoproclamata residenza artistica di un mese a New York nel 2013. Alla scoperta di questa incredibile dichiarazione è iniziata un’autentica caccia al tesoro tra fan curiosi, bizzarri collezionisti d’arte e ovviamente gli immancabili poliziotti. Con la videocamera del cellulare pronta a riprendere, tutti volevano conquistare un pezzo dei suoi i lavori prima che venissero distrutti o rimossi per motivi economici. Il regista ha mostrato anche il percorso delle opere create segretamente da Banksy dal lower East Side fino a Staten Island, da Williamsburg a Willets Point: impossibile non rimanere incantati da questo racconto newyorkese!