E chi lo dice che l’arte classica non possa essere pop? Parola di Chad Wys

Il mondo dell’arte cambia costantemente e sono proprio le contaminazioni a creare nuove realtà mai immaginate, che conquistano per la loro bellezza e la loro lungimiranza. L’artista statunitense Chad Wys la pensa proprio come noi, o meglio noi la pensiamo come lui 😉 , tanto che ha risposto con i fatti a tutti quelli che gli hanno rivolto questa domanda: “E chi lo dice che l’arte classica non possa essere pop“? Fin da bambino ha preferito i libri illustrati dedicati all’arte piuttosto che i giocattoli e la sua mente è volata libera, portandolo poi a realizzare autentici capolavori: ecco perché noi lo amiamo profondamente.

chad wys

@Chad Wys, The girl with stars in her eyes, 2014

Chad Wys e il suo talento di manipolatore

Nato nello stato dell’Illinois nel 1983, Chad Wys non è solo pittore, ma anche scrittore, fotografo e molto altro: secondo l’artista statunitense ciò che conta non è il mezzo che si usa, quanto il messaggio che si vuole comunicare e l’impatto che può avere sulle persone. Le sue opere infatti non si pongono alcun limite: dalla scrittura ai ready made, senza dimenticare i collages, ciò che conta è rispondere alle piccole e grandi domande della sua mente. Se Wys potesse scegliere la sua parola preferita probabilmente sarebbe “manipolazione” perché secondo lui, tutto viene trasformato e rielaborato a seconda dei gusti di ognuno di noi. Giocando con forme e colori, regala allo spettatore la possibilità di approdare ad una diversa percezione e di conseguenza comprensione del soggetto che si trova davanti, individuando altri significati rispetto a quelli che già siamo soliti conoscere.

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chad wys

@Chad Wys, Garage Sale Painting of Peasants with color bars, 2011

Qual è la natura e lo scopo dell’arte? Perché? Come?

Realizzando opere dai colori violenti, ma sempre ludici, Chad Wys ha coniato un nuovo modo di intendere la visual art, stabilendo un filo conduttore netto tra arte classica e arte contemporanea. Dialogando l’una con l’altra, a servizio dello spettatore, il risultato finale è quello di scoprirsi e riscoprirsi attraverso un rinnovato modo di pensare e vedere ciò che da sempre sembrava immutato. Una danza a tratti quasi violenta, ma ispirante: grazie a lui, le domande non trovano obbligatoriamente una risposta, ma mantengono la mente libera dai luoghi comuni e dalle convenzioni. Il desiderio di evasione e di libertà che emerge dai suoi lavori ci ha completamente conquistate, ricordandoci ancora una volta che l’arte classica può eccome essere pop!

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