La rivoluzione di Jackson Pollock
Colui che ha tolto la tela dal cavalletto, avendo di conseguenza moltiplicato i punti di osservazione e di intervento dell’artista: il visionario e rivoluzionario Jackson Pollock. Lo scardinamento del privilegio del vertice dello sguardo rappresentativo dell’autore ha implicato innanzitutto l’emancipazione dell’opera da ogni vincolo trascendente: l’opera non ha più alcun centro, ma si costituisce unicamente come trama. Quella di Pollock è stata una frattura estetica con ogni modello rappresentativo dell’arte.
“Non ho paura di apportare modifiche al quadro, di rovinarlo, perché esso ha una sua propria vita”.
@Jackson Pollock
Pollock: biografia in 6 punti
Prima di comprendere a fondo il significato delle opere di Pollock e da dove è nata la sua rivoluzione, è fondamentale conoscere la biografia dell’artista. Di seguito quindi, ti spieghiamo chi era Jackson Pollock, in 6 punti:
- Il suo nome esteso è Paul Jackson Pollock ed è nato a Cody (US) nel 1912;
- È uno dei massimi esponenti dell’espressionismo astratto o action painting;
- È cresciuto in Wyoming, era il più giovane di 5 fratelli e suo padre era un agricoltore, con il quale ebbe l’occasione di entrare a contatto con i nativi americani. Fu espulso da scuola per indisciplina;
- Nel 1945 si è sposato con Lee Krasner e si sono trasferiti a Springs, Long Island. Peggy Guggenheim ha contribuito a finanziare l’acquisto della loro casa con annesso un fienile, è proprio qui che Pollock perfeziona la tecnica del dripping;
- La tecnica del dripping è stata attribuita come invenzione di Pollock ed è diventata una delle massime espressioni dell’action paiting. Pollock stesso ha dichiarato di aver rotto definitivamente la tradizione di utilizzare pennello e cavalletto, lui preferiva pitturare con tutto il corpo;
- Pollock è morto nel 1956 a soli 44 anni, a causa di un incidente stradale mentre era in stato di ebbrezza.
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Pollock: tecnica, opere e significato
L’esempio di Jackson Pollock indica come la dimensione della creazione artistica implichi il costeggiamento di un vuoto; la creazione implica sempre taglio e discontinuità. In una testimonianza la sua compagna, Lee Krasner, racconta che di fronte ad un’opera molto bella l’artista le abbia chiesto angosciato se quella fosse ancora pittura. Pollock non si domandava più se il suo lavoro potesse essere buono o mediocre, ma il suo interrogativo categorico riguardava la sua essenza pittorica.
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Il sentirsi in una zona limite, quasi borderline, era una condizione insieme artistica ed esistenziale della sua vita. Nel suo lavoro è il concetto stesso di opera d’arte che è stato messo in discussione, vacillando in modo traumatico. Il rigore estetico di Jackson Pollock consisteva precisamente nel non voler abbandonare la pittura, ma nell’operarne una sovversione interna, nel condurre la pittura stessa al suo limite. La sua è stata una ricerca struggente, piena di disperazione ed incertezza, sfociata in una drammatica dipendenza dall’alcol.
@Modernica
Nonostante molte interpretazioni favoleggianti sulle potenzialità creative dovute all’alcolismo, in realtà è stato dimostrato come il biennio più proficuo di Pollock abbia coinciso con il suo più lungo periodo di astinenza dagli alcolici. E’ stato il momento in cui Pollock ha inventato l’action painting, ma la ricaduta è arrivata puntuale nel periodo di massimo successo dell’artista. Una ricaduta fatale che si è conclusa con la morte del pittore in un incidente stradale. Rabbioso e controverso, geniale e testardo: Jackson Pollock è stato un artista rivoluzionario, che ha saputo sfidare i comuni limiti pittorici, per regalare uno sguardo più profondo al di là della tela.
Io credo che Pollock con i suoi famosissimi quadri, abbia espresso senza minimamente rendersene conto, l’intreccio, ovvero “entanglement”, ciò che parlano costantemente i fisici oggi. E’ possibile?
Se così fosse, sarebbe sicuramente ancora più geniale!
Io credo che Pollock con i suoi famosissimi quadri, abbia espresso senza minimamente rendersene conto, l’intreccio, ovvero “entanglement”, ciò che parlano costantemente i fisici oggi. E’ possibile?