Van Gogh di Julian Schnabel: il nostro racconto in anteprima del film

Già in passato ci è capitato di vedere film dedicati alla vita di grandi artisti ma il Van Gogh di Julian Schnabel ci ha particolarmente commosse. Quando siamo state contattate per andare all’anteprima dedicata alla stampa a Milano, purtroppo eravamo già impegnate, ma gentilmente ci è stata offerta la possibilità di guardare l’anteprima direttamente a casa, al computer. Che dire?

Complice una straordinaria interpretazione di uno dei nostri attori preferiti, Willem Dafoe, che secondo molti potrebbe aspirare ad essere nella rosa degli attori candidabili alla Coppa Volpi, questo film coglie molto bene l’essenza del geniale e incompreso pittore olandese. E ora vi sveliamo perché secondo noi “Van Gogh – Alla soglia dell’eternità” di Julian Schnabel è un film che merita assolutamente di essere non solo visto, ma guardato con attenzione.

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“VanGogh – Alla soglia dell’eternità” di Julian Schnabel

Dopo 8 anni, il pittore e regista statunitense è tornato sul grande schermo e lo ha fatto con sensibilità e lungimiranza, evitando di cadere nei soliti luoghi comuni che circondano la vita e il nome di Vincent Van Gogh. Forse proprio il suo essere pittore, oltre che regista, gli ha permesso di mettere in evidenza dei dettagli che si dimostrano cruciali nel racconto del protagonista. Van Gogh era lucido, consapevole del suo talento e del suo essere “arrivato troppo presto”, proprio come Gesù, figura a cui spesso fa cenno. Il film inizia in modo lento, ma poi si manifestano il flusso di coscienza di questo straordinario artista e alcuni degli avvenimenti e dei legami più salienti della sua vita: dagli anni trascorsi nel Sud della Francia, al rapporto controverso con Gauguin, dal meraviglioso affetto tra lui e il fratello minore Theo alle sue dipendenze e paure.

Proprio il legame con Theo è forse uno degli aspetti trattati con maggiore sensibilità, quasi come il fratello fosse un rifugio sicuro, un collegamento tra cielo e terra, tra prima e dopo. Ci hanno commosso le scene in cui Vincent si abbandonava piangente come un bambino tra le braccia di Theo, certo di trovare sempre l’amore e la fiducia necessari per andare avanti. Willem Dafoe è stato un autentico maestro: il suo sguardo, quel sorriso scavato e quei calzini perennemente bucati ci hanno fatto nutrire per Van Gogh un affetto ancora più doloroso. Infine non possiamo non citare l’urgenza artistica di Vincent che considerava la pittura un’esigenza, un modo per raccontare agli altri quello che a parole non sapeva esprimere su se stesso e sul mondo circostante.

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L’arte del racconto al cinema

Il regista ha rivelato di non essere sempre stato certo di voler realizzare questo film: si può davvero raccontare la storia di un grande genio? Per noi ci è riuscito, interpretando alcuni avvenimenti in chiave personale e cercando di immedesimarsi nel pittore olandese, ma sempre con grande rispetto e delicatezza. Il Van Gogh di Julian Schnabel è un uomo fragile, ma determinato, generoso ed egoista allo stesso tempo, sempre pronto a caricarsi sulle spalle tela e cavalletto per esplorare il mondo. Se hai voglia di regalarti due ore all’insegna dell’arte, della bellezza e della riflessione, dal 3 gennaio il film verrà proiettato nelle sale di tutt’Italia. Noi ti consigliamo di dedicarti questo viaggio nella natura, da vivere attraverso gli occhi di un uomo che forse, con il tempo, riusciremo a capire sempre meglio.

Category: Arte contemporanea

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