Franz Kline: distruzione e creazione artistica
Uno dei massimi esponenti dell’espressionismo astratto della scuola di New York è stato lo statunitense Franz Kline. In diverse occasioni alcune persone tendono a ripetere queste precise parole davanti alle sue tele: “Se per diventare degli artisti famosi basta scarabocchiare delle linee nere, allora posso riuscirci anche io”. Tutti bravissimi a parlare, meno a tenere un pennello in mano. D’altronde questo è uno dei soliti tristi miti sull’arte contemporanea, che personalmente cerco di sfatare ogni volta che parlo o scrivo, e così ho approfittato di un po’ di tempo per parlare di un artista assolutamente geniale, i cui “scarabocchi” emanano una forza che commuove.
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@Franz Kline
Le prime opere pittoriche di Kline erano legate alla figurazione e non sembravano far presagire nulla rispetto alla svolta che lo ha condotto verso l’astrazione segnica. I malinconici ritratti della moglie Elizabeth, affetta da una gravissima depressione sfociata poi in schizofrenia, mostrano, con una dirompente forza espressiva, la solitudine che ha accompagnato l’intera vita di Kline. Con il tempo, la sagoma di Elizabeth ha iniziato a svuotarsi, e il ritratto è stato scomposto, mantenendo però un notevole distacco rispetto al costruttivismo cubista. Franz Kline ha operato una riduzione del ritratto alle sue basi grafiche essenziali, servendosi di segni neri, tratteggiati in modo dinamico con la realtà statica dei grandi sfondi bianchi. Le forme di Elizabeth, seduta sul dondolo, sono state così stilizzate, ma preservate, mantenendo la dimensione tragica, ma senza più alcun rapporto rappresentativo con l’oggetto.
@Franz Kline
Questa trasfigurazione non è solamente la cancellazione della realtà oggettiva come referente esterno dell’opera, ma una sorta di sublimazione. L’invenzione del segno ha come suo sfondo il vuoto lasciato dalla morte della moglie, una reazione al vuoto reale della perdita. L’astrattismo di Kline si afferma perciò come l’effetto di un lavoro di riduzione compiuto sulla figurazione. La sua operazione estetica si è fondata sull’estrazione dalla figura delle sue linee portanti.
Come per l’astrattismo geometrico di Mondrian, anche per l’astrattismo espressionista di Kline si tratta di un prosciugamento progressivo della figurazione rappresentativa, la quale, dal punto di vista cromatico, perde ogni attrattiva immediata, riducendosi al puro contrasto tra il bianco e il nero. Collisione di segni, tensione pulsante e vitale: Franz Kline era consapevole che l’atto creativo esigesse una rottura, un movimento di scarto rispetto al passato. E con la sua arte ha dimostrato come, attraverso la distruzione, possa nascere la fiamma necessaria per una nuova creazione. Altro che scarabocchi!
PH copertina: LIFE
ha ragione Lei, in arte contemporanea non esistono i fatti, ma solo le opinioni
Buongiorno Giovanni, grazie per il suo commento! È argomento molto complesso, esistono anche i fatti, ma le opinioni sicuramente hanno un peso molto elevato!