La straordinaria mostra su Tina Modotti a Rovigo

Vogliamo iniziare il racconto di questa mostra con una frase di Sarah M. Lowe, grande ricercatrice del lavoro di Tina Modotti che l’ha definita come “la più nota fotografa sconosciuta del XX secolo“.

Di Tina Modotti si parla meno rispetto ad altre artiste e soprattutto ci si tende a concentrare su aspetti personali della sua biografia, come le sue amicizie e le sue relazioni. Come ha spiegato il curatore della mostra a Palazzo Roverella a Rovigo, Riccardo Costantini, è arrivato il momento di ripensarla nella totalità della sua produzione e riscoprirla fuori dalla sua biografia, partendo proprio dalla fotografia.

Di seguito ti raccontiamo di più sul percorso di visita della mostra “Tina Modotti. L’opera” e ti diciamo perché non puoi perdere questo appuntamento con una fotografa straordinaria.

Chi è Tina Modotti

Tina Modotti e la sua bellezza.

Tina Modotti e le sue relazioni.

Tina Modotti e il suo legame con Frida Kahlo.

Noi vogliamo parlarti di Tina Modotti al di là delle sue connessioni private perché, oltre ad essere stata una fotografa di talento, è stata un’attivista politica e una persona che non ha mai rinunciato ai suoi ideali. Originaria di Udine, è cresciuta in una famiglia umile e da giovane ha dovuto abbandonare la scuola per iniziare a lavorare.

Il suo rapporto con la fotografia è iniziato proprio in età infantile, quando frequentava lo studio fotografico dello zio. La sua vita l’ha portata a viaggiare: prima negli Stati Uniti, dove emigra a 17 anni, poi in Messico, suo grande amore, e ancora in Europa, in Russia e alla fine di nuovo in Messico. Tina Modotti parlava 5 lingue, amava tutte le forme d’arte e si è dedicata con passione allo studio della pittura e del teatro.

Ma il vero incontro con la fotografia è avvenuto da adulta, dopo aver conosciuto il celebre fotografo statunitense Edward Weston. La loro è stata una connessione emozionale e professionale: lei ha lavorato come sua assistente, assorbendo parte del suo stile formale. Ma non si è fermata a questo: nel tempo ha coltivato il suo stile e il suo sguardo, iniziando a realizzare alcuni scatti straordinari che potrai vedere proprio all’interno di questa mostra a Palazzo Roverella a Rovigo.

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@Travel on Art, mostra Tina Modotti a Rovigo

La sua vita poi è continuata su binari che procedevano a tutta velocità, non privi di incidenti violenti che l’hanno provata a livello personale e umano, come la perdita del suo compagno Julio Antonio Mella, rivoluzionario ucciso nel 1929. E così Tina Modotti, dopo accuse infamanti, ha dovuto abbandonare il Messico alla volta dell’Europa, dove ha abbandonato anche un altro amore, quello per la fotografia.

I motivi sono numerosi: la tecnologia si era evoluta e Modotti non aveva dimestichezza con le nuove macchine fotografiche. La stessa luce di città come Berlino non la ispirava più: le mancavano la luminosità del Messico e lo stile di vita più lento delle persone di lì. E così, sempre più impegnata come attivista per difendere i suoi ideali, Tina fece una scelta consapevole e disse addio alla fotografia.

Nel 1942, dopo il rientro in Messico, malata e provata da ciò che aveva vissuto, Tina Modotti morì per un problema cardiaco. Una vita breve, ma talmente densa da renderla una donna che ha ispirato tantissime persone negli anni a venire, noi comprese.

Se vuoi scoprire di più sulla biografia di Tina Modotti, abbiamo pubblicato questo articolo.

Leggi: Tina Modotti, storia di una fotografa e attivista

Tina Modotti e il suo stile fotografico

A 100 anni dalle prime fotografie scattate nel 1923, uno degli aspetti più di valore della mostra “Tina Modotti. L’opera” a Rovigo è che si compone di un vasto patrimonio fotografico, ma anche di filmati rari, oggetti preziosi, scritti e ritagli di quotidiani provenienti da oltre 30 archivi di tutto il mondo e contributi esclusivi da parte di esperti del lavoro di Modotti.

Durante il percorso di visita, articolato in più sezioni, puoi approfondire la poliedricità dell’approccio di Tina Modotti nei confronti di diversi soggetti, come le nature morte, i lavori più astratti, i murales di Rivera, Pacheco e Orozco fino ad arrivare alle sue denunce sociali, con l’esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto.

Ciò che appare evidente è come, nonostante sia stata allieva di uno dei più grandi fotografi dell’epoca come Edward Weston, sia riuscita a sviluppare un proprio approccio stilistico autonomo.

Una delle parti della mostra che abbiamo preferito è stata la ricostruzione dell’unica mostra personale da lei ideata e allestita in vita, nel 1929. Qui ritroviamo le stesse opere scelte dalla fotografa e quel suo scatto che, nelle due immagini che la ritraggono alla sua mostra, lei nasconde ponendosi proprio davanti. Di grandissima potenza sono infatti le due fotografie scattate a Julio Antonio Mella, la prima da vivo e la seconda poco istanti dopo il suo assassinio (che è quella che lei ha coperto con il suo corpo).

Ciò che da sempre ci ha conquistato di Tina Modotti fotografa è la sua capacità comunicativa, resa delicata e tenace dall’uso di quella leggera sfocatura che mantiene il nostro sguardo vivo e in dialogo con il soggetto ritratto. Modotti interpreta la fotografia come un percorso biunivoco, invitandoci a partecipare attivamente alla sua opera: per noi farlo è stato estremamente stimolante e commovente.

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@Travel on Art, mostra Tina Modotti a Rovigo

Il periodo in cui ha scattato è stato molto breve rispetto a quello di altri fotografi e di altre fotografe: indicativamente dal 1923 al 1929/1930, ma alcuni suoi scatti, come quelli realizzati durante il viaggio nelle zone centrali del Messico insieme a Weston, raccontano un’intensità così profonda propria di una fotografa che ha lasciato un’impronta definita nella storia.

Se le foto di Weston infatti conservano un equilibrio e un gusto estetico impeccabili, quelle di Tina Modotti sono vibranti e raccontano in modo autentico la comunità delle indios Tehuane. Sceglie i suoi soggetti dalla strada e dimostra una vera devozione rispetto alle donne lavoratrici: puoi vedere questi scatti in mostra.

Se dobbiamo riassumere il percorso di visita in poche parole, scegliamo quelle pronunciate dal curatore Riccardo Costantini, che ha colto la sua grandezza oltre quella patina di morbosa curiosità personale che molte persone hanno dimostrato in questi anni.

A chi appartiene quindi Tina Modotti? Prima di tutto, finalmente, a se stessa. Poi al mondo, che lei stessa ha attraversato, agli occhi di chi guarda la sua produzione, senza tempo e spesso senza luogo“.

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@Travel on Art, mostra Tina Modotti a Rovigo

Informazioni tecniche per la visita

La mostra è visitabile a Palazzo Roverella, in centro a Rovigo, tutti i giorni dalle 9 alle 19 e i giorni feriali dalle 9 alle 20.

Il ticket di ingresso è di 10 euro, ma sono previste varie scontistiche visibili sul sito: gli studenti universitari per esempio hanno il ticket ridotto a 8 euro.

Sulla base della nostra esperienza ecco i nostri consigli pratici:

  • per la visita della mostra ti consigliamo di ritagliarti almeno un paio d’ore;
  • la mostra è ricca di pannelli esplicativi che sono il fil rouge del lavoro di Modotti;
  • è stato fatto un bellissimo lavoro sulle didascalie (nulla di noioso e banale);
  • il catalogo ha un prezzo affordable ed è ricco di foto e testi critici attuali e interessanti.

Infine, se vuoi arrivare alla mostra avendo già approfondito il lavoro di Tina Modotti, ci sono tre libri che puoi leggere.

“Vita di Tina Modotti. Fuoco, neve e ombre” dell’antropologa Patricia Albers che, dopo aver ritrovato un vecchio baule custodito da alcuni parenti del primo marito di Tina, inizia una lunga indagine che la porta a ripercorrere la sua vita e i suoi luoghi.

“Tina” di Pino Cacucci che è una biografia romanzata in cui fa emergere i suoi tratti più personali e le tantissime peripezie vissute da Modotti.

“Vita, arte e rivoluzione. Lettere a Edward Weston (1922-1931)” curato da Valentina Agostinis che è un corpo di lettere scritte tra il 1922 e il 1931, e conservate nell’archivio di Weston, in Arizona.

2 commenti su “La straordinaria mostra su Tina Modotti a Rovigo

  1. corsini fabiano ha detto:

    Bello il libro di Patricia Anders, che ha potuto avvalersi anche di informazioni di documenti scoperti piu recentemente. Ma si dovrebbe citare il meraviglioso testo di Christiane Barckhausen, una biografia rigorosa che narra di una Tina Modotti inserita nel suo tempo storico.

    1. Anastasia Fontanesi ha detto:

      Buongiorno Fabiano,
      grazie mille per il suggerimento! Chiaramente, la lista non è esaustiva e provvederemo a leggere anche il volume citato 🙂

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