Cosa vedere in Cappadocia in due giorni
La Cappadocia è un posto unico al mondo, dove la natura e la cultura millenaria della Turchia si uniscono. Ecco quindi alcuni consigli su cosa vedere in Cappadocia in due giorni, come arrivare e soprattutto, come evitare le solite tappe turistiche.
Dopo aver trascorso qualche giorno in città, persino la polvere e l’aria opaca appena fuori Istanbul sembrano isole tranquille e silenziose. Anche se lasciate al loro degrado industriale, sono pur sempre lontane dai quei vicoli rabbiosi in cui l’umanità si perde nel caos, a volte creando opere d’arte incredibili, altre volte mostrando il peggio di sé.
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Come arrivare in Cappadocia
Uscite da Istanbul, la direzione è solo una: Cappadocia. Ancora una volta la strada è la protagonista della giornata, stretta e poi larga, alternando semafori a spazi infiniti in cui lo sguardo si perde su campi coltivati, colline di velluto e schizzi di nuvole. Ancora una volta, trovi persone che si lanciano in mezzo all’autostrada, per tagliarla da una parte all’altra più veloci che mai. Poi ci sono le carrette tirate a mano, i pellegrini non per fede ma per condizione sociale, i trattori che rimorchiano una quindicina di persone, i camion e le fantastiche auto sovraffollate, ferme ogni tre chilometri per motore fuso.
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Le strade della Turchia sono un atlante umano, per questo il modo migliore per arrivare in Cappadocia da Istanbul non è in aereo, ma in macchina. Un viaggio lungo 7 ore circa, che attraversa il paese orizzontalmente e in cui si vedono scorrere paesaggi, città e accampamenti di ogni tipo. Un viaggio in macchina conviene perchè gli autonoleggi sono molto economici e con loro anche la benzina. Si passa un paese, poi l’altro, infine Ankara. Spalmata nei 40 gradi del deserto polveroso da cui escono solo i grattacieli, così ampia da sembrare almeno quattro città distinte. Un rapido sguardo dal finestrino è tutto ciò che ho in mente della capitale turca, proseguendo dritte verso l’obiettivo della giornata: la Cappadocia.
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Çavusin
Prima tappa di cosa vedere in Cappadocia è Çavusin, un piccolo borgo a pochi chilometri da Göreme, la cittadina più famosa della zona, conosciuta per lo splendido museo all’aperto in cui sono custodite ancora le antiche dimore scavate nella roccia, i dipinti all’interno delle chiese e i luoghi sacri risalenti al XI secolo. Ma Çavusin è casa. Un silenzio che non sentivamo da giorni ci ha accolte, accompagnato da una luce calda e tenue. Poco distante, un gruppetto di bambini in bicicletta si racconta chissà quali storie, un piccolo bar, seguito da una bottega e avanti alcuni metri, diversi ristoranti ancora tutti vuoti. Çavusin è tutto ciò che si può desiderare dopo 8 ore di viaggio e 4 giorni di caos ininterrotti.
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La natura esplode in tutto il suo splendore e la sua perfezione. Il primo contatto con un deserto l’ho avuto in Australia, dopo che decine di persone mi scoraggiavano dall’attraversare l’outback perché vuoto e noioso: invece me ne ero innamorata perdutamente. Ora torno nel deserto della Turchia, roccioso e solo apparentemente arido (in realtà tutti hanno il loro orticello), così mi catapulto di nuovo in quello stato di leggerezza che solo la natura estrema sa regalare. Dalla disarmonia della linea, tutto torna in perfetto equilibro, ogni cosa è ponderata, perfettamente calibrata con l’ambiente. Il silenzio è di quelli che ogni tanto buca i timpani, il vento soffia bollente, ma dolce, il sole brucia ma non strazia, la gente sorride e ti offre un tè caldo. Due anziani signori ti vedono accaldata sotto l’ombra di un albero e ti invitano a bere qualcosa sotto la loro tettoia, non parlando una parola di inglese, ma esprimendosi alla perfezione con uno sguardo e un sorriso. Accoglienza, semplicità, non serve tanto per disegnare un cerchio, ma anche quel poco che serve è talmente tanto difficile da raggiungere, che si può scovare solo in pochi posti al mondo.
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Camini delle Fate
Da Çavusin partono diversi itinerari da percorrere a piedi, che portano alla scoperta dei famosi Camini delle Fate, come ad esempio il Red and Rose Valley Tour. Nel paese ci sono diversi hotel per tutti i prezzi, noi abbiamo alloggiato al Rose Valley House un piccolo hotel confortevole e a prezzi decisamente bassi. Le camere sono costruite nella roccia e l’atmosfera è davvero suggestiva. La cena invece è d’obbligo al Panorama Cafè, un piccolo ristorante a gestione famigliare in cui la cena viene servita all’interno del giardino e il menù è quello che la moglie del gestore prepara nella giornata, quindi lasciatevi andare e provate il piatto del giorno, sicuramente non ve ne pentirete.
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Altre cose da vedere in Cappadocia
Oltre a Çavusin e al famoso parco nazionale di Goreme (molto turistico, ma da non perdere), ecco altri consigli su cosa vedere in Cappadocia in due giorni:
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- Pigeon Valley, prende il suo nome dalle centinaia di piccioni che nidificano nella vallata. È un posto davvero suggestivo, in cui fare escursioni anche facili e poco impegnative;
- Urgup, una cittadina poco distante da Goreme dove poter vedere le bellissime chiese e le case incastonate nella roccia;
- Uchisar, forse la città più suggestiva della Cappadocia, arroccata su di un piccolo monte è un gioiello e la sua somiglianza con Matera è davvero pazzesca;
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La Cappadocia è un posto da vivere lentamente, camminando sui suoi sentieri, entrando nelle sue case scavate nella roccia, bevendo un tè, osservando il tramonto e l’alba con le preghiere del muezzin. La Cappadocia è da vivere nel silenzio di quel suo sentiero che porta in cima all’altopiano, tra le rocce e la polvere, con il silenzio bruciante e quel vento che vorresti non finisse mai.