Walker Evans Anonymous e la street photography

C’è una frase a cui siamo particolarmente affezionate e che ci fa riflettere ogni volta sul mondo della fotografia:

[blockquote text=”Il vero genio della fotografia è colui che attraverso le immagini riesce a raccontare una storia, trasportandoci in un mondo lontano, talmente lontano a volte da sembrare irraggiungibile. ” text_color=”” width=”” line_height=”undefined” background_color=”” border_color=”” show_quote_icon=”no” quote_icon_color=””]

walker evans

@Walker Evans

I fotografi che hanno fatto la storia, sono storyteller che hanno cambiato il modo di pensare della loro epoca, dando voce a persone, fatti, situazioni che altrimenti, sarebbero passate inosservate. Questa frase ci è tornata in mente mentre camminavamo lungo le sale di Palazzo Magnani a Reggio Emilia osservando le foto di Walker Evans, uno dei fotografi più influenti del XX secolo. La mostra Anonymous di Walker Evans, inserita nel circuito di Fotografia Europea è un capolavoro della street photography di inizio secolo. Sono gli anonimi per una volta ad essere ritratti, nessuno di famoso, nessuno di già visto, solo volti di persone normali: mogli, operai, anziani, impiegati, bambini ritratti in modo diretto, poco romantico in quegli Stati Uniti travolti dalla grande depressione.

walker evans

@Walker Evans

Evans è stato definito il pioniere della fotografia moderna, dell’editing, della grafica e della scrittura. Non era solo un fotografo, ma nei suoi reportage seguiva tutto il processo dallo scatto della foto fino alla pubblicazione sulla rivista, compresa la scrittura dei testi. Era insomma un reporter documentarista a 360 gradi con una grande cura e attenzione per i dettagli, che emergono infatti in ogni suo scatto. Lo stile di Evans sembra a un primo sguardo lasciato al caso, con fotografie che ritraggono angoli di strada, fabbriche, bar, negozi, gente che cammina, ma in realtà tutto è perfettamente in armonia e ogni fotografia ti porta in un viaggio davvero emozionante attraverso la storia che desidera raccontare, che sia l’America degli anonimi o la Cuba della rivoluzione contro Machado.

Leggi anche: 5 festival di fotografia da non perdere in Italia

[blockquote text=”Osservare. È il modo di educare il tuo occhio e altro ancora. Osservare, curiosare, ascoltare di nascosto. Morire conoscendo qualcosa. Non si vive a lungo. ” text_color=”” width=”” line_height=”undefined” background_color=”” border_color=”” show_quote_icon=”yes” quote_icon_color=””]

walker evans

@Walker Evans

Un attento osservatore, curioso di catturare ogni dettaglio in uno scatto che diventa così immortale. Dalle fotografie di Walker Evans possiamo imparare molto oggi, sulla società, sulle persone, solamente attraverso le architetture e gli sguardi. Nel corso della sua carriera di reporter, Walker Evans ha trattato diverse tematiche, che si possono riassumere in queste fasi:

[unordered_list style=’circle’ number_type=’circle_number’ animate=’no’ font_weight=”]

  • fotografia di architetture – ponti, scorci di metropoli, scale e edifici industriali. Questo è ciò che ritrae Evans nei primi anni del suo lavoro, con immagini dell’architettura urbana e delle industrie. Un ritratto di quell’America delle grandi città, prossima al collasso;
  • il reportage “The crime of Cuba” in cui denuncia i crimini commessi dal dittatore Machado. In questo reportage Evans ha realizzato ritratti di minatori e operari, insieme a fotografie urbane della vita a Cuba, con venditori, negozi, persone che vivono la loro quotidianità;
  • dal 1935 inizia il suo periodo di incaricato dal governo USA per la Farm Security Administration. Viaggia tra la West Virginia, la Pennsylvania, la Louisiana, il Mississippi, la Georgia, il South Carolina, l’Alabama, l’Arkansas e il Tennessee. Qui immortala volti di persone colpite dalla grande depressione, case, negozi, strade, chiese di campagna e ancora qualche architettura. L’interesse di Evans in questo periodo è tutto focalizzato sulla condizione sociale, sulla povertà. Davvero impressionanti sono i ritratti di questo periodo in Alabama, realizzati durante un viaggio con lo scrittore James Agee. Evans e Agee hanno viaggiato per lo stato incontrando persone, intervistandole e vivendo con loro per documentare le loro vite. Il risultato è un reportage davvero intenso che ancora oggi a distanza di oltre 80 anni, fa emozionare (e pensare che all’inizio Evans fece davvero fatica a farsele pubblicare!)
  • ritratti in metropolitana – dopo la serie nelle campagne statunitensi, Walker Evans nel 1938 rientra a New York e produce una serie di fotografie di ritratti in metropolitana, senza che le persone se ne accorgessero. Un progetto di certo non facile, in quanto non poteva usare il flash, in modo da non farsi vedere dalle persone e ottenere un effetto più naturale possibile. Questa serie di scatti è un viaggio realista in una normale giornata degli anni ’30 a New York.

[/unordered_list]

walker evans

@Walker Evans

Walker Evans ha reso la quotidianità un capolavoro. Un’opera d’arte che tutti i viaggiatori contemporanei dovrebbero imparare a conoscere, per guardare a loro volta il mondo e le sue differenze, con la stessa attenzione del grande maestro della street photography.


PH copertina: Walker Evans

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *