Nicolas Boria: l’incantevole storia di un fotografo ambulante
Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato i numerosi appuntamenti con le residenze d’artista che si stanno tenendo e si terranno in Via Roma, in attesa della nuova edizione del Festival di Fotografia Europea 2017. Il primo artista che abbiamo incontrato è Nicolas Boria e vi sveliamo un segreto: siamo rimaste incantate. Nicolas è di origini francesi, ma da alcuni anni vive e lavora a Torino. Vi state chiedendo quale sia la sua professione? Ora vi sveliamo la sua storia di fotografo ambulante.
@Annemein Dikman
Nicolas è un ricercatore accademico e per alcuni anni ha lavorato al Politecnico di Torino, coniugando il lavoro di ricercatore all’amore per la fotografia. Curioso e carismatico, Nicolas si è avvicinato alla fotografia nel 2008 quando ha acquistato la sua prima reflex digitale e l’anno successivo era già pronto ad organizzare la sua prima mostra fotografica a Parigi. Il suo percorso artistico però è stato molto particolare: non si è mai dimostrato intrappolato dalla tecnica, anzi, il suo obiettivo era padroneggiarla per poi poterla superare. Nicolas Boria ama scatenare l’incidente fotografico controllato e confrontarsi con le mille possibilità che la creatività mette a sua disposizione. Ecco quello che ci ha raccontato:
“Molte persone rimangono stupite quando scoprono che sono un ricercatore scientifico: purtroppo oggi si tende a pensare che uno scienziato non possa essere anche un creativo. Ma io non sono assolutamente d’accordo: a mio avviso la scienza e la fotografia sono complementari e in passato molti personaggi storici lo hanno dimostrato. Io non potrei vivere senza la fotografia, ma questo non mi impedisce di proseguire con la ricerca e con altri tipi di progetti”.
@Nicolas Boria
Nicolas Boria è un libero pensatore e noi condividiamo pienamente la sua contrarietà a qualsiasi tipo di categorizzazione. La libertà del suo percorso artistico e concettuale lo ha portato a sperimentare procedimenti sempre più innovativi, trovando il punto di equilibrio tra fantasia e concentrazione. L’amore per la fotografia emerge in modo inequivocabile dalle sue parole e dalle sue movenze e vederlo all’opera è stata un’esperienza che ci ha regalato molto.
Nicolas infatti non è un semplice fotografo, con tutto il rispetto per i fotografi: lui è un fotografo ambulante che scatta su ogni formato e supporto, tranne che in digitale. Viaggia con la sua incredibile camera oscura ambulante, visitando città, mercati e paesini, scattando ritratti. Un po’ come i fotografi di un tempo, che si spostavano di luogo in luogo, realizzando foto di famiglia. Se potessimo usare un termine tecnico per descrivere il lavoro di Nicolas potremmo definirlo un sostenitore della slow photography.
@Travel on Art
“Oggi ci si sente sempre più “tutti fotografi”. Alcuni lo rifiutano, altri se ne entusiasmano. Per quanto mi riguarda, credo che sia una realtà. Una nuova era fotografica è in essere, tra instagram e selfie-sticks da una parte e reflex digitali economicamente abbordabili dall’altra.Tutto più rapido, anche. Forse, si può parlare di “fast-photography“.
Diversamente, io voglio che ogni mio scatto sia speciale, infatti non scatto molto, per scelta. Negli ultimi anni mi sono concentrato sulla fotografia di grande formato, prodotta da macchine a soffietto, principalmente per il ritmo mite che impone e che calza perfettamente con l’idea della fotografia per come la amo. Questa è la slow photography.”
@Nicolas Boria
Durante l’incontro con Nicolas abbiamo scoperto che per lui ciò che conta è il momento in cui produce la foto. La slow photography è un po’ la sua ideologia: le sue foto magari non risultano tutte giuste e belle, ma di certo sono tutte importanti. Nell’arco di una giornata produce al massimo 10 foto e questo modo di pensare fa sì che ogni foto diventi preziosa. Il suo consiglio infatti è quello di scattare meno, ma prestando maggiore attenzione al momento in cui facciamo click.
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Durante i giorni che ha trascorso in via Roma, con la residenza d’artista, Nicolas si è dimostrato generoso ed entusiasta, tenendo alcune lezioni in alcuni istituti superiori della città, partecipando ad un incontro pubblico e scattando foto agli abitanti di Reggio Emilia. Il progetto che esporrà a maggio è un concentrato di bellezza: Nicolas ha girato per le piazze con la sua incredibile camera oscura ambulante e ha scattato alcune foto alle persone che si sono rese disponibili. Una volta che la foto era pronta, l’ha spezzata in due parti, consegnandone una metà al protagonista dello scatto e conservando a sua volta l’altra metà. A maggio, durante l’esposizione, si scoprirà se tutte le persone ritratte si presenteranno con la propria metà e lo aiuteranno a ricomporre la sua opera.
@La mia Torino
“Questa idea mi è venuta mentre stavo scendendo dal treno. Ero tornato a Torino, dopo un viaggio a Milano, ed erano le due di notte: a quell’ora abbiamo sempre le idee migliori! Così ho pensato di dare vita ad un progetto fotografico che è anche un esperimento sociale, una sorta di performance. E sono molto curioso di vedere se le persone a maggio si presenteranno con l’altra metà della foto.”
Noi non vediamo l’ora che arrivi maggio per scoprire quale sarà l’esito di questo esperimento sociale e cogliamo l’occasione per invitarvi tutti a visitare il Festival di Fotografia Europea e in particolare le mostre di via Roma, visto che ci saremo anche noi;) E se avete voglia di scoprire qualcosa in più sul mondo di Nicolas Boria e tenervi aggiornate sulle sue mostre ecco il suo sito e la sua pagina facebook.
PH copertina: Nicolas Boria
forte!
Sì è davvero un artista interessante! A maggio ritorna e saremo davvero felici di accoglierlo!
Faccio questo per lavoro dal 2015. Mi chiamo Rosario Patanè e sono un fotografo itinerante o ambulante, come volete. Il mio non è un esperimento, una prova ma un modo di vivere e guadagnarmi da vivere. Funziona e lo faccio. Ecco un recente articolo che parla di me: http://www.tgcom24.mediaset.it/magazine/in-sicilia-l-ultimo-fotografo-itinerante-armato-di-camera-oscura-e-bagni-chimici_3134858-201802a.shtml
Ciao Rosario, complimenti sei davvero uno degli ultimi rimasti in Italia! La tua storia è molto interessante 🙂