Nascondino: il progetto fotografico di Kamil Kotarba
Chi di voi da bambino non ha trascorso ore e ore giocando a nascondino? Più o meno tutti, e proprio da questa idea apparentemente infantile è nato il progetto fotografico del giovane artista Kamil Kotarba, residente a Varsavia in Polonia. La sua serie fotografica, intitolata Hide and Seek, è una sorta di analisi sociologica del nostro rapporto dicotomico con la tecnologia e con il mondo reale. Secondo Kotarba infatti “invece di concentrarci sull’interagire con la gente attorno a noi, preferiamo guardare un piccolo schermo portatile che offre costantemente nuovi incentivi, senza le limitazioni di tempo e di spazio in cui ci troviamo [fisicamente]”.
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@Kamil Kotarba
Durante un qualsiasi viaggio in treno o in areo, tutti noi abbiamo notato come il numero dei lettori si sia drasticamente ridotto a favore di ipod, ipad, tablet, computer portatile e cellulare. Sempre meno libri in valigia e sempre più auricolari nelle orecchie. Sicuramente la tecnologia è un bene prezioso, ma tutti noi dovremmo ricordarci che non siamo automi progettati per vivere in simbiosi con il proprio sistema operativo di riferimento, e qui il richiamo al fantastico film Her appare molto calzante!
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Le cose che accadono nella vita vera meritano la nostra attenzione anche perché, improntando la propria esistenza solo a ciò che si cela dietro ad uno schermo luminoso, potremmo rischiare di provocare un autentico vuoto esperienziale. Essere online non significa esserci: viviamo in una specie di nascondino perenne, solo che i protagonisti non sono più i vecchi mobili della casa della nonna o gli alberi da frutto, ma le chat e i social network. Abbattere le distanze chilometriche con l’ausilio di Facebook e Skype è più che giusto, ma non è una scusa per arroccarci in un mondo virtuale in cui chi comanda non è più il nostro io, ma la nostra mano mentre schiaccia dei tasti.
@Kamil Kotarba
In questa serie fotografica, Kamil Kotarba ha riflettuto su come l’ascesa degli schermi mobile abbia influenzato, a suo dire negativamente, il nostro modo di relazionarci ed interagire con gli altri. Le sue fotografie catturano scene quotidiane, come una cena per due, una lezione universitaria e una serata sul divano, mostrando solo le braccia attaccate ai telefoni cellulari, senza i corpi delle persone. Una riflessione sulla contemporaneità che non fa sconti a nessuno, analizzando la routine di ciascuno di noi.
Le lacune dell’interazione umana nell’era dell’esplosione digitale sono davanti agli occhi di tutti: siamo pieni di opportunità per stabilire una connessione con chi abita dall’altra parte del mondo, ma finiamo per dimenticarci delle persone che cenano con noi. L’ingrediente indispensabile è la ricerca di un equilibrio tra ciò che siamo online e ciò che siamo nella vita normale, tenendoci stretti gli amici lontani e anche quelli vicini. Essere online non solo su whatsapp, ma anche nella vita: potrebbe essere il titolo di una nuova analisi sociologica!
PH copertina: Kamil Kotarba
bellissimo, si il progetto che l’ articolo!!!
Grazie! 🙂