Il movimento Empty su Instagram

Una delle scene più famose del film “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino rappresenta il duo Servillo-Ferilli mentre passeggia di notte per la Galleria Nazionale di Arte Antica di Roma: è un momento magnifico e surreale, dove l’arte è colta in una dimensione atipica, tutt’altro che “da cartolina”. Quella scena esemplifica il fatto che la bellezza, a volte, è di chi sa raccontarla riuscendo ad immergersi nei suoi silenzi: questo è l’ingrediente vincente del movimento Empty che racconta i luoghi dell’arte e della cultura attraverso la fotografia.

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Cogliere il fascino dei musei e delle loro opere d’arte durante l’orario di chiusura al pubblico è proprio la sfida lanciata dal movimento #empty (alla lettera, “vuoto”). Attraverso l’uso di uno smartphone e di Instagram, un gruppo di utenti creativi ha deciso di raccontare l’emozione che si prova ad attraversare i musei (ma in generale gli spazi culturali) privati della presenza dei visitatori.

COM’È NATO #EMPTY?

Il progetto #EmptyMET è nato da un’idea dell’instagramer statunitenseDave Krugman che nel 2013 era riuscito ad ottenere il permesso dal Metropolitan Museum di New York di accedere al palazzo dopo l’orario di chiusura. Krugman cogliendo l’occasione al volo, ha invitato a partecipare anche altri instagramers, e insieme hanno immortalato le stanze deserte del Met, condividendo poi le foto in rete. I risultati sono sorprendenti: le opere d’arte di uno dei più importanti musei del mondo sono state catturate nella loro solitudine, immerse in ambienti completamente vuoti.

Il successo di #emptyMET ha oltrepassato i confini degli Stati Uniti ed è arrivato all’attenzione di Dolly Brown, instagramer londinese. Nel settembre 2014 è stata lei ad ospitare il movimento #empty e lo ha fatto – niente di meno che – alla Royal Opera House di Londra, forse il più prestigioso Teatro d’opera al mondo. Insieme ad altri 10 Instagramers, Brown ha lanciato l’evento #emptyROH: trattandosi di un teatro e non di un museo, il racconto attraverso Instagram si è trasformato in un modo per scoprire la magia del“dietro alle quinte”.

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PERCHÈ #EMPTY HA AVUTO SUCCESSO?

Il successo dirompente di questo movimento può essere spiegato unendo in un’unica esperienza tre opportunità differenti:

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  • la prima è l’opportunità degli instagramers  di usufruire di un momento unico ed esclusivo, quello cioè di passeggiare tra le sale dei musei senza incontrare alcun visitatore, in quanto in uno spazio gremito dalla folla  spesso la bellezza dell’ architettura tende a passare in secondo piano;
  • la seconda opportunità appartiene all’istituzione museale/culturale che può approfittare di questo evento per venire promossa in rete in modo praticamente gratuito e decisamente non convenzionale. Offrendo al pubblico un immaginario unico del suo patrimonio architettonico ed artistico, le istituzioni culturali coinvolte guadagnano una eccezionale visibilità. Per darvi qualche numero: con #emptyMET il museo newyorkese ha quasi raddoppiato in poche ore i suoi followers su Instagram!
  • la terza opportunità riguarda una nuova forma di accessibilità digitale: Empty infatti contribuisce, attraverso un uso sapiente dei social media, a connettere il patrimonio culturale con un pubblico giovane, nativo digitale e spesso lontano dal vivere in modo quotidiano i musei e gli spazi culturali.

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#EMPTY PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA

Nel 2015, Empty è sbarcato anche in Italia e precisamente in due luoghi storici della nostra cultura. In febbraio La Venaria Reale ha ospitato un gruppo di igers torinesi e piemontesi, la community ufficiale degli Instagramers del Piemonte e di Torino, realizzando il primo evento #empty italiano.

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Dopo Torino, anche Napoli ha partecipato a questa iniziativa: un gruppo di Instagramers ha potuto visitare il Museo Madre, raccontando, in assoluta libertà, l’atmosfera affascinante del museo in notturna, e la propria particolare esperienza di visita e d’incontro con i linguaggi del contemporaneo.  Un successo mediatico strepitoso e una dimostrazione tangibile del fatto che una sinergia tra i social media e il mondo dell’arte e della cultura non solo è possibile, ma necessario.


PH copertina: Dunter.com

Category: Fotografia

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