Alain Delorme e il progetto fotografico Totem
Non abbiamo mai nascosto il nostro grande amore per l’Asia e quando scopriamo un progetto fotografico che ci catapulta direttamente in quelle strade caotiche, ma ricche di spunti da fotografare, non stiamo più nella pelle. Ti abbiamo già parlato di Loes Heerink, la fotografa olandese che ha ritratto i venditori ambulanti del Vietnam mentre sfrecciano a bordo delle loro biciclette carichi di fiori, frutta e verdure. Ora invece ti raccontiamo un progetto simile e altrettanto interessante: Alain Delorme e il progetto fotografico Totem.
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Alain Delorme è un fotografo francese nato a Parigi, città in cui risiede tutt’ora. Si è diplomato alla Gobelins School of the Image ed espone con mostre personali dal 2003. Durante i suoi viaggi in Cina ha indagato l’arte dell’accumulo osservando la vita quotidiana nelle strade di Shanghai durante due residenze d’artista. Il fotografo ha intitolato la serie Totem proprio perché i soggetti che ritrae trasportano oggetti sovrapposti che assumono la forma dei totem e allo stesso tempo rappresentano l’emblema della società moderna.
@Alain Delorne
Le foto scattate di Alain Delorme sembrano quasi un trompe l’oeil e ci si chiede se il soggetto ritratto sia reale o sia frutto di un lavoro esagerato di Photoshop. Anche questo è uno degli obiettivi del fotografo francese: spingere l’osservatore a chiedersi se ciò che guarda sia reale o se si tratta di una realtà aumentata dei paradossi di Shanghai. Gli elementi che caratterizzano la cultura cinese nell’immaginario comune ci sono tutti: le biciclette sono le grandi protagoniste di questi scatti e insieme a loro ci sono gli esili omini che le guidano e le persone che camminano nelle strade. Ci sono anche i grattacieli e la città in via di costruzione, ma non compare il caos che contraddistingue le metropoli cinesi.
Alain Delorme nella serie Totem vuole eliminare l’attenzione dalla confusione che crea l’umanità per concentrarsi sull’individuo, sull’accumulo di oggetti, sullo slancio verso l’alto, ma anche sull’ironia e sul surrealismo delle immagini che crea. Il risultato è una fotografia contemporanea del mondo cinese che, anche se è portata all’estremo con il foto editing, rappresenta più che mai uno spaccato di tutte le sue contraddizioni.