Van Abbemuseum: alla scoperta dell’arte di Eindhoven
Il Van Abbemuseum è stata la prima tappa del nostro viaggio alla scoperta dell’Olanda. Dopo essere atterrate all’aeroporto di Eindhoven abbiamo deciso di noleggiare una macchina e ci siamo dirette verso il centro della città. Eindhoven è molto particolare, completamente diversa dalle altre città olandesi: qui le tipiche case con il tetto spiovente si alternano a strutture più moderne. Sinceramente, dopo aver avuto la possibilità di visitare le altre città, non possiamo dire che Eindhoven abbia conquistato il nostro cuore, ma uno dei suoi musei sì.
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Il Van Abbemuseum è stato una autentica visione. Mentre passeggiavamo per il centro della città, tra le sue strade strette e piene di locali, ci siamo trovate davanti ad una struttura imponente e maestosa: entrare era un imperativo categorico. Nel 1936 venne costruito il primo museo, una sorta di castello di mattoni, dall’architetto A.J. Kropholler: l’obiettivo era ospitare la collezione di Van Abbe, ma nel 2003 è stata inaugurata una nuova ala del museo realizzata dall’architetto Abel Cahen. Infine la biblioteca è realizzata dal designer fiammingo Maarten van Severen.
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Indice
Van Abbemuseum: istruzioni per l’uso
La struttura esterna ci ha colpito immediatamente: sospeso su un laghetto, questo museo di arte moderna e contemporanea custodisce opere di grandi talenti come Pablo Picasso e Anselm Kiefer, Piet Mondrian e Rebecca Horn. Il biglietto di ingresso costa 12 euro, ma se siete studenti avete la fortuna di cavarvela con soli 6 euro e il museo è aperto tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle 11 alle 17. Purtroppo tutti i musei olandesi tendono a chiudere molto presto, perciò vi consigliamo di visitarlo la mattina, in modo tale da avere tutto il tempo per esplorarlo con calma: magari fermatevi anche ad assaggiare uno dei famosi hamburger del ristorante, seduti su un tavolino della terrazza.
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Van Abbemuseum: la collezione e le mostre
Una volta entrati potrete addentrarvi in alcune delle sale che ospitano le opere di Wassily Wassilyevich Kandinsky e Piet Mondrian. Il Van Abbemuseum ha un grande pregio: cerca di far dialogare tra loro le opere d’arte moderna e contemporanea, spingendo il visitatore a diventare protagonista attivo del processo espositivo. Anastasia ha avuto la possibilità di indossare un abito su misura del designer olandese Bas van Beek che ha combinato tra loro i principali pattern della scuola Bauhaus, reinventandoli in una chiave ultra contemporanea. Ispirandosi ai colori usati da Chagall in una delle sue tele, van Beek ha creato una carta da parati e un poncio coordinati: il visitatore, una volta indossato il poncio, diventa parte integrante dell’arredo del museo, vivendo in compagnia dei quadri di celebri artisti del passato.
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Il nostro percorso di visita all’interno del Van Abbemuseum è proseguito tra opere di design e installazioni: il secondo piano è stato allestito in modo impeccabile. Il capolavoro che più di tutti ci ha conquistate è stato il maggiolino, convertito in amaca, realizzato dall’artista tailandese Surasi Kusolwong. L’artista ha voluto giocare con il simbolo del miracolo economico, l’automobile, creando una installazione simile ad un parco giochi, circondato da un morbido tappeto e da alcune piante.
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E infine, il terzo piano, ci ha riservato una piacevolissima sorpresa: una mostra fotografica di Bernd e Hilla Becher. La celebre coppia fece parte del movimento dell’arte concettuale e fu tra i promotori della Scuola di Düsseldorf, diventando famosi a livello internazionale per le fotografie in bianco e nero di strutture di archeologia industriale e altri tipi di architettura sempre strutturata in modo tipologico. Era la prima volta che ammiravamo dal vivo le loro fotografie ed è stato un coinvolgente viaggio nel passato.
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Van Abbemuseum: le nostre cinque opere preferite
Tra le opere che abbiamo ammirato molte hanno conquistato la nostra attenzione e la nostra mente, lasciando un segno indelebile nella memoria di questo viaggio in Olanda. Visto che consigliamo a tutti di visitare questo museo, ecco un piccolo elenco delle opere che proprio non potete perdervi:
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- “Naked Machine” di Surasi Kusolwong
- “Plaster surrogates” di Allan McCollum, una parete intera invasa da pseudo cornici in plastica con sfondo nero
- “River” dell’artista polacco Miroslaw Balka, tra le più rilevanti figure del panorama artistico degli ultimi trent’anni. Balka pone al centro del suo lavoro l’indagine sulla natura dell’uomo e sulla memoria individuale e collettiva; inoltre concepisce questi lavori attraverso l’uso di materiali comuni come legno, sale, cenere, sapone, cemento e acciaio, utilizzando spesso come unità di misura le dimensioni del proprio corpo.
- “Model Ship of Tolerance” di Ilya & Emilia Kabakov. Questo progetto artistico “ha navigato” in numerosi paesi: l’intento della coppia di artisti è quello di riflettere sulle differenze culturali insite nel mondo, creando un ponte che sappia andare oltre le diffidenze , costruendo un nuovo modello di tolleranza e condivisione.
- “Concetto spaziale: Attese” di Lucio Fontana è una delle opere a cui più siamo affezionate. Per molti è semplicemente un taglio su una tela bianca, ma per noi racconta una storia che profuma di coraggio e innovazione. E’ sempre una emozione poter ammirare il Maestro Fontana da vicino.
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Perché visitare il Van Abbemuseum?
Dopo avervi svelato alcuni dettagli sulla collezione di questo museo ora vogliamo darvi una piccola lista di buoni motivi per includerlo tra le vostre mete di viaggio future:
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- la struttura del museo è assolutamente avvolgente e avveniristica: impossibile non rimanerne colpiti.
- il personale, oltre ad essere molto preparato, è sempre felice di rispondere a tutte le domande e agli approfondimenti dei visitatori.
- chi visita questo museo non si sente un numero, ma viene valorizzato sia all’interno del processo creativo sia dalle persone che vivono il museo quotidianamente.
- il Van Abbemuseum dimostra concretamente che creare un ponte tra moderno e contemporaneo non è solo possibile, ma bellissimo.
- qui il divieto di fare foto non esiste!
- questo museo conosce il valore della ricerca e della sperimentazione.
- la luce naturale che entra dalle vetrate conferisce un tocco di magia in più alle sale.
- si può entrare a stretto contatto con le opere d’arte, interagendo e sentendosi parte di qualcosa di grande.
- il bookshop è il luogo perfetto per comprare regali per parenti, amici, amici di amici etc etc
- gli hamburger del ristorante del museo sono imbattibili!
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ma quindi le opere d’arte si possono anche “provare”????
Assolutamente sì: interagire direttamente con le opere è fondamentale in questo museo! Per questo ci piace così tanto 😉