Street art: arte o vandalismo?

Vandali senza scrupoli o artisti geniali? Sicuramente la street art è nata come espressione fuori dall’ordinario, al di là dell’imperativo categorico dell’arte rinchiusa nelle gallerie e nelle grandi esposizioni, ma ancora oggi le persone si dividono: la street art è arte o vandalismo?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima partire da che cos’è la street art e qual è la sua storia.

Street art: cos’è? 

Il writing, o anche detto graffitismo, è una manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa in tutto il pianeta, basata sull’espressione della propria creatività attraverso interventi diretti sul materiale urbano.

Questo fenomeno è stato spesso etichettato come atto di vandalismo perché i supporti utilizzati sono mezzi ed edifici pubblici. La differenza tra atti di vandalismo e il writing però esiste ed è da ricercare nelle motivazioni che portano la persona a dipingere. Il confine fra arte e vandalismo e tra bellezza e illegalità è stato illuminato più volte da artisti di fama mondiale, come Haring, Banksy, Blu e molti altri. A nessuno verrebbe in mente di accusarli di vandalismo, perché?

Perché i loro disegni sono opere d’arte che spingono a riflettere sulle difficoltà e i successi della società attuale, ispirando in ognuno di noi il desiderio di pensare a ciò che ci circonda non solo idealmente, ma anche fisicamente.

street art

Dozza, @Travelonart

Street Art è la definizione utilizzata dai media per comprendere quelle forme d’arte che si manifestano in luoghi pubblici. Ogni artista che pratica street art ha delle motivazioni personali: alcuni la praticano come forma di sovversione critica verso il sistema economico e politico, altri come tentativo di riappropriazione degli spazi pubblici e altri ancora per condividere con il numero più ampio possibile di persone le proprie opere. La street art infatti vanta un pubblico vastissimo, molto di più di quello di una tradizionale galleria d’arte. Secondo molti autori di street art, la loro creazione artistica ha preso le mosse da un forte desiderio di riappropriarsi del proprio territorio, considerando centrale il binomio arte e realtà urbana. Il desiderio di invadere i luoghi pubblici, con bombolette spray e colori brillanti, ha come obiettivo principale quello di liberare l’uomo dai modelli consumistici dei giganteschi cartelloni pubblicitari, affermando una libertà di pensiero ritrovata.

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Il filone della contestazione politica invece sottolinea la criticità della società contemporanea. La street art svela ciò che di negativo viene tenuto nascosto e cerca di trasmettere un messaggio di ottimismo tinto di speranza. Molti artisti infatti dipingono i muri delle scuole e delle biblioteche per rendere più belli e vivibili gli ambienti circostanti, facendo irrompere nel mondo elementi innovativi, colorati e fantasiosi.

street art

Riga, @Travelonart

L’arte di strada, da molti giudicata come robaccia inventata da ragazzini viziati ed annoiati, dovrebbe invece essere considerata una risorsa non solo per l’amministrazione comunale, ma per l’intero art system; l’arricchimento artistico, se incoraggiato ed indirizzato, potrebbe sostituirsi al graffitismo illegale. Il writing infatti possiede un valore espressivo e come tale anche una dignità storica, perciò non è opportuno generalizzare e condannare l’intera gamma linguistica come atto vandalico. Gli stessi writer fanno una distinzione tra coloro che creano graffiti come forma d’arte e coloro che invece non fanno altro che imbrattare i muri con scritte e sciocchezze di ogni tipo.

La buona condotta degli artisti è un elemento centrale per l’affermazione di questa nuova tipologia artistica: dare voci alle proprie idee e alle proprie pulsioni d’animo in uno spazio pubblico significa assumersi una immensa responsabilità. Il vero e autentico destinatario della street art infatti è il cittadino e lo spazio urbano diventa una sorta di agorà contemporanea, in cui, nei casi più fortunati, è ancora concesso esprimersi liberamente.

street art

Officine Meccaniche Reggiane, @Travelonart

Breve storia della street art

Ora che ti abbiamo spiegato qual è la differenza tra street art e vandalismo e quindi, che cos’è la street art, per capire al meglio questo fenomeno urbano è importante conoscerne la storia.

Le origini della street art sono da rintracciarsi a New York tra gli anni ’50 e ’60, quando gruppi di artisti anonimi realizzavano graffiti per i muri della città. Si trattava principalmente di una forma di protesta e la zona principale in cui venivano realizzati era il Bronx.

Dagli anni ’70 in poi questo fenomeno ha iniziato a moltiplicarsi in tutta New York, fino ad arrivare alla sua vera esplosione durante gli anni ’80, spinta anche dall’avvento delle bombolette spray. Tra i primi artisti noti c’erano John Fekner e Richard Hambleton, anche se in realtà, fu Keith Haring a rendere la street art un fenomeno conosciuto a livello globale.

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Nei primi anni 2000, la street art diviene a tutti gli effetti un fenomeno globale e anche in Europa città come Parigi, Berlino e Londra iniziano ad arricchirsi di opere degli artisti urbani. Non si deve dimenticare infatti che lo stesso Banksy iniziò ad essere attivo proprio dai primi anni 2000.

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10 commenti su “Street art: arte o vandalismo?

  1. Sergio ha detto:

    Trovo la street art imperativa, ti dice “guardami per forza” o “mi devi guardare anche se non vorresti”. Questo è l’aspetto che a mio avviso rende la street art qualcosa di paragonabile a una una montagna, al mare e al cielo, qualcosa di inevitabile. Ma la natura è ben diversa da un graffito. La natura è vitale, l’arte assolutamente no. Non bisogna mai mancare di rispetto al pubblico. Ma oggi, in definitiva, nell’epoca in cui si manda affanculo tutto e tutti, la street art si inserisce perfettamente. L’arte è, a mio modesto parere, qualcosa di intimo, profondo, assolutamente lontano dall’imperativo. Le immagini rappresentate potranno anche essere belle, interessanti, profonde, ma il modo in cui si pongono allo spettatore è davvero aggressivo, qualcosa di paragonabile a una chiesa o a una moschea. Trovo la street art più simile a una religione che all’arte. Che andassero a disegnare dentro le chiese, magari sopra gli affreschi antichi.

    1. Anna Fornaciari ha detto:

      Ciao Sergio, intanto grazie del tuo feedback. Capiamo il tuo discorso, ma sinceramente non siamo d’accordo: in molti periodi storici l’arte ha avuto un ruolo decisivo nello scuotere la mente delle persone, anche in modo forte e quasi violento, portando un po’ di luce negli angoli più scuri. Non deve essere solo ed esclusivamente intima: ciò che non deve mancare invece secondo noi è la libera interpretazione, aspetto irrinunciabile per coinvolgere il pubblico in modo attivo, stimolando il suo pensiero. La street art vuole regalare un barlume di bellezza e avvia anche delle importanti riflessioni sulla storia di una città e la vita dei suoi abitanti: per questo ci auguriamo che la sua funzione non venga mai a mancare!

  2. Silvia De Lalla ha detto:

    Sono Aurora e ho 11 anni, dovevo eseguire un compito di narrativa: graffiti: arte o vandalismo?
    Quindi ho iniziato a girovagare per internet in cerca di una risposta e ho trovato questa pagina.Penso molti dei graffiti siano un poco volgari ma, allo stesso tempo, quelli profondi e astratti siano degni di una mostra.Ammiro chiunque abbia il coraggio di mostrare la propria arte al mondo ,indifferente ai loro commenti.
    grazie ,il tema sarà fantastico grazie al vostro aiuto.

    1. Anastasia Fontanesi ha detto:

      Ciao Aurora, grazie mille per il tuo commento. Ci fa sempre tanto piacere che le persone leggano i nostri articoli e lascino un loro pensiero, ma il fatto che tu abbia 11 anni, lo rende ancora più speciale. Dobbiamo quindi farti i complimenti, per l’impegno che stai mettendo nel tuo tema e il fatto che tu abbia già una tua idea relativa all’arte. Alla fine è questo ciò che conta: la street art può piacere o no, ma l’importante è farsi un’opinione!
      Ti mandiamo un grande abbraccio e un grande in bocca al lupo per il tuo tema 🙂

  3. Keiko ha detto:

    Vandali senza scrupoli o artisti geniali? Penso che questa sia una domanda davvero interessante. Sono d’accordo con la maggior parte di quello che hai scritto. I supporti utilizzati sono mezzi ed edifici pubblici, per questo la street art può ispirare, impressionare e fare pensare a vari problemi anche per le persone che non vanno al museo. Non c’è dubbio che sia importante.

    Nonostante ciò ritengo che il problema siano i luoghi. Cosa/Dove sono “luoghi pubblici”? Ho visto un sacco di cosiddette “street art” scritte sui muri di grandi magazzini, negozi, ristoranti, ecc., che hanno disturbato i proprietari di quegli edifici. Quindi, li hanno devuto cancellare. Ho anche visto un bambino piangere a causa di un dipinto spaventoso su un passaggio buio della metropolitana. Anche a me non piaceva camminare lungo la strada in cui c’erano grafiti molto inquietanti per me.

    Libertà e responsabilità sono sempre fianco a fianco. Poiché le persone non possono evitare la street art, credo che sia importante che gli artisti utilizzino lo spazio giusto. Ciò che un artista della street art sente “buono” “bello” o “degno” potrebbe essere molto fastidioso per lo spettatore della street art.

    Inoltre, alcune sono state dipinte sugli edifici storici. Questo è criminale e gli artisti sono normalmente puniti. Cosa ne pensi di questo? L’artista potrebbe sostenere che disegnare su un edificio storico sia considerato “arte”. Questo è un atto libero oppure un atto irresponsabile? Se la legge limita i media, non esiste più la street art, vero?

    Cosa ne pensi?

    1. Anastasia Fontanesi ha detto:

      Buongiorno Keiko, grazie per l’interessante riflessione che fornisce tanti spunti! Sicuramente il concetto di “spazio giusto” è da approfondire, ma è prima di tutto necessario dividere le opere di street art dai semplici tag che di fatto, vanno molto spesso ad imbrattare gli spazi pubblici. Nel corso di questi anni di esplorazione urbana, abbiamo visto anche tantissime opere di street artist imbrattate dagli stessi tag ed è un peccato, ma al tempo stesso è la natura effimera della street art.
      La vera street art in genere comunque porta un significato, stimola una riflessione e in ogni modo, ad di là dei gusti estetici personali, arricchisce lo spazio in cui viene realizzata.
      Poi è chiaro che un tag sul Colosseo è illegale, ma prima di tutto senza senso, ma ti rilanciamo questa ipotesi invece: se il Colosseo (o come lui tanti monumenti antichi) fossero protagonisti di un progetto di rinascita contemporanea con pannelli rimovibili realizzati da street artist, che creano un dialogo tra passato e presente? 😉

  4. martina manco ha detto:

    Street art: arte o vandalismo? E’ un quesito che ha radici già nella storia stessa della street art.
    Già dai primi anni in cui la street art si stava sviluppando a New York, la città spese circa 300.000 dollari per pulire i luoghi pubblici dalle scritte (e siamo nel 1971).
    Durante la metà degli anni settanta, poi, la lotta della città di New York contro i writer si fa serrata ed anche la stampa cambia la propria posizione da favorevole a contraria ai graffiti, iniziando a definire gli artisti come “animali“, “giovani vandali“, “minaccia pubblica“. Ma, per nulla scoraggiati, i writer continuano a dipingere aggiungendo nei propri ranghi molte nuove leve.
    Nel 1977 la lotta ai graffiti inizia ad ottenere i primi effetti, quando viene messa a punto una combinazione di acidi in grado di rimuovere la vernice dai vagoni. Le carrozze vengono fatte passare in un gigantesco autolavaggio che le spruzza di acido e rimuove tutte le opere realizzate. Questa soluzione verrà poi abbandonata dopo aver scoperto che gli acidi utilizzati stavano provocando problemi di salute ai dipendenti dei trasporti pubblici newyorkesi ed ai bambini di una scuola vicina all’impianto di “autolavaggio”.
    Insomma, una lotta continua e che ha origini storiche!!!

    1. Anastasia Fontanesi ha detto:

      Grazie mille per l’aneddoto interessante e fondamentale per capire le origini di questa diatriba! Fortunamente di strada ne è stata fatta parecchia dagli anni ’70, ma è sempre importante ribadire quale sia stata la loro evoluzione!

  5. Martina ha detto:

    ciao sono Martina e ho 12 anni, devo prepararmi per un dibattito sui graffiti e questo sito mi ha aiutato m0lto.
    secondo me è importante che una persona abbia il proprio modo di esprimersi e di dare forma al proprio pensiero, sono totalmente d’accordo con i writer. Volevo poi ribattere una cosetta sul commento di Sergio: sicuramente non avrà un proprio Dio ma questo non significa che possa insultare delle magnifiche opere d’arte quindi Sergio datti un contegno!
    Tornando a noi grazie mille perchè sarò prontissima grazie a questo sito

    1. Anastasia Fontanesi ha detto:

      Ciao Martina, grazie mille per il tuo commento! Siamo molto felici che tu abbia trovato degli spunti interessanti in questo articolo. Il nostro obiettivo è sempre quello di spiegare l’arte contemporanea in modo chiaro e diretto. Siamo assolutamente d’accordo con te sul fatto che ogni persona abbia il diritto ad esprimersi dando forma al proprio pensiero.
      Speriamo che il tuo dibattito sia andato per il meglio e a presto!

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