Sara Lando e la sua residenza d’artista in Via Roma

Pochi giorni fa, a spazio reFactory, è venuta a trovarci un’ospite speciale: la fotografa Sara Lando. Insieme a lei e alla nostra amica fotografa Marcella, io e Anastasia abbiamo avuto un inizio di giornata bellissimo, a base di cornetti e chiacchiere sull’arte e sul digital. Sara si è intrattenuta a Reggio per una settimana con la sua residenza d’artista in via Roma, come ha fatto qualche settimana fa anche il fotografo ambulante francese Nicolas Boria.

Sara, originaria di Bassano del Grappa, è una fotografa professionista, fa parte del direttivo dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti – TAU Visual e insegna fotografia a studenti di tutte le età: il suo alunno più giovane ha sei anni e quello più maturo ottantaquattro. Il suo stile, a nostro avviso davvero personale, ci ha colpito fin dal primo sguardo e ci ha spinte a diventare protagoniste di alcune delle opere che esporrà nel Circuito OFF del Festival di Fotografia Europea che si terrà a maggio a Reggio Emilia. Ma ora, cerchiamo di conoscere meglio Sara Lando!

sara lando

@Sara Lando

Quali sono tre aggettivi che useresti per descriverti?

Sicuramente implacabile, cocciuta e curiosa. Non credo molto nel concetto di talento, ma credo nella costanza e nell’impegno oltre ogni limite. Quando le persone dormono, io continuo a lavorare: non mi fermo mai.

Ci racconti qualcosa sui tuoi studi?

Io ho studiato design al Politecnico e durante il secondo o terzo anno mi sono decisa ad acquistare na macchina fotografica digitale per fotografare le tavole dei miei progetti. Prima mi serviva di una macchina analogica e spendevo tantissimo tempo e denaro per realizzare scatti spesso inutilizzabili, così ho usato i soldi della borsa di studio per comprare una macchina digitale. Scattare mi è piaciuto da subito, specialmente fare autoritratti, ma ho custodito questo segreto per alcuni anni: diciamo che la fotografia per me è stata una sorta di terapia. Poi nel 1997 ho aperto un blog e nel 2000 ho iniziato a pubblicare alcuni scatti. L’ultimo anno di università ho studiato un semestre alla Rhode Island School of Design di Providence. Avrei dovuto fare grafica, ma grazie all’aiuto della segretaria della RISD e al sostegno di Hardu Keck, sono riuscita a farmi infilare nel dipartimento di fotografia. Da lì ho deciso di non abbandonare mai più la fotografia.

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@Sara Lando

Da appassionata e neofita della fotografia come sei diventata una fotografa professionista?

In Italia ho lavorato per un po’ di tempo in una agenzia pubblicitaria di Milano, ma sapevo che non fosse la scelta giusta per me. Così il mio fidanzato di allora, e attuale marito, mi ha chiesto che cosa fosse quella cosa che avrebbe potuto rendermi felice e io ho risposto “Fare la fotografa“. Sostenuta da lui, ho deciso di aprire la partita iva e ho affiancato al lavoro di grafica quello di fotografa: dopo un po’ di tempo, con mia enorme gioia, ho potuto dire addio ai progetti di grafica e dedicarmi solo alla fotografia.

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Cosa pensi della professione del fotografo?

Il lavoro del fotografo non è più quello di 50 anni fa: un tempo le persone ti chiamavano perché non possedevano la macchina fotografica o perché non sapevano mettere a fuoco. Ora, con l’avvento della tecnologia, questo analfabetismo fotografico è sparito e con esso anche il vecchio lavoro di fotografo. La cosa più importante per definirsi fotografi è la professionalità: lavorare in modo serio, rispettando delle scadenze e risolvendo i problemi del cliente. E’ importante sapere comunicare il proprio valore che non corrisponde per forza al proprio costo: se si riesce in questo si potranno trovare clienti seri con cui lavorare bene.

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@Sara Lando

Chi sono i tre artisti che ti hanno più ispirata?

Quando sono arrivata alla Rhode Island School of Design di Providence ho scoperto Francesca Woodman, che è diventata uno dei miei riferimenti fotografici, all’inizio. Inoltre mi ispiro molto a Diane Arbus e alle opere di Hieronymus Bosch.

Ci racconti qualcosa sulla tua residenza d’artista in Via Roma? In che cosa consiste il tuo progetto?

Appena mi hanno proposto di partecipare alla residenza d’artista ho subito accettato perché mi è sembrata una idea molto valida e interessante. Il mio progetto consiste in una serie di ritratti degli abitanti del quartiere, tra cui voi, che vengono poi stampati e rilavorati con tecniche miste. Il risultato finale verrà impresso su stoffa, ricamata poi con alcune frasi delle conversazioni che ho intrattenuto con le persone ritratte, sul concetto di “casa”.

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@Sara Lando

Ultima domanda, qual è il tuo progetto a cui sei più affezionata?

Direi Magpies, la mia graphic novel. Magpies consiste in 9 mesi di lavoro, 173 gigabyte di immagini, 7.854 foto, 450 sagome ritagliate, 15 lame di bisturi spezzate, 25 scatole di cartone, 3 barattoli di colla, 3 maschere, 1 cappello peloso, 156 puntate di serie TV guardate durante la post produzione, 2 personaggi, 412 km corsi, 7 gazze, 13 persone coinvolte, 86 litri di caffè di Starbucks, 150 pagine di graphic novel. Questa graphic novel racconta la storia di due personaggi, uno femminile, nei capitoli dispari, e uno maschile, nei capitoli pari, e del modo in cui le loro vite si intrecciano, della perdita di qualcuno che si ama e della scoperta della propria identità.

Noi ringraziamo Sara Lando per la sua disponibilità e per la pazienza e vi invitiamo tutti a visitare la sua mostra a maggio: tra i protagonisti dei suoi ritratti ci saremo anche noi perciò guai a chi mancherà 😉


PH copertina: Sara Lando

 

2 commenti su “Sara Lando e la sua residenza d’artista in Via Roma

  1. andrea saccani ha detto:

    che brava…. ma adesso espone a spazio reFactory?

    1. Anna Fornaciari ha detto:

      Sì è una fotografa estremamente comunicativa! Abbiamo partecipato al suo progetto fotografico, ma lo esporrà in un’altra sede, sempre in Via Roma. Non vediamo l’ora di visitare la sua mostra 🙂

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