Street Art al Quadraro con MUro, il museo di urban art di Roma

MUro è stata una bellissima sorpresa. Non conoscevamo nessuno degli organizzatori di persona, ma appena siamo approdate sul sito abbiamo deciso di scrivere una email per chiedere di partecipare ad un tour. Un’occasione per scoprire opere di street artist che amiamo, come Zio Ziegler e Alice Pasquini, ma non solo: MUro è il vero esempio di museo urbano e uno dei suoi grandi punti di forza è il quartiere che lo ospita.

Il Quadraro, all’incrocio tra il V e il VII Municipio del Comune di Roma, è un luogo storico, soprattutto per il suo passato indissolubilmente legato ai valori della resistenza anti fascista. Raggiungerlo non è difficile: dovete prendere la metro (Linea A) e scendere alla fermata Porta Furba-Quadraro. Da qui avrà inizio il vostro tour.

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Com’è nato MUro?

L’idea alla base di questo progetto, fondato nel 2010 dall’artista David “Diavù” Vecchiato, è quella di trasformare questa zona della città in un museo a cielo aperto, in cui i cittadini hanno la possibilità di interagire quotidianamente e liberamente con l’arte. Il merito di Vecchiato, insieme agli altri responsabili del progetto Giorgio Silvestrelli, Sergio Santangelo e Alessandro Bentivegna, è quello di aver interagito in modo diretto con i cittadini del quartiere, accogliendo in modo aperto sia i suggerimenti che le critiche. Le opere infatti non vengono imposte, ma proposte e discusse con i rappresentanti dei comitati di quartiere: un progetto che ha il merito e la lungimiranza di nascere e crescere dal basso. La grande considerazione verso il ruolo dei cittadini è una delle caratteristiche di MUro che più ci ha colpite.

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Che tipo di progetto è MUro?

MUro è un museo del tutto integrato nel tessuto sociale, come la forma d’arte che produce e tutela, la street art. La collezione di opere di street art, in maggior parte murales, appartiene alla comunità e comprende 21 lavori realizzati da importanti artisti provenienti da tutto il mondo. Ma in particolare sono due le caratteristiche di questo museo open air:

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  • è un progetto site-specific, pensato apposta per creare una relazione e una conoscenza tra gli artisti e i luoghi in cui andranno ad intervenire
  • è un progetto community-specific perché si impone di rispettare l’autenticità dei luoghi coinvolti, rendendo i cittadini protagonisti attivi.

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Noi ci siamo iscritte ad un tour di gruppo mandando una email a Giorgio Silvestrelli che ci ha fatto da guida durante le tre ore di passeggiata. Un consiglio: in base alla stagione scegliete l’outfit più adeguato. Noi abbiamo bevuto tantissimo visto le temperature quasi estive, perciò non tralasciate questi dettagli organizzativi che a volte tendiamo a dare per scontati. La passeggiata è molto piacevole, ma mettetevi delle scarpe comode perché tre ore in piedi si fanno sentire.

La prima opera che Giorgio ci ha mostrato è firmata dal famosissimo artista americano Gary Baseman: realizzato con pennelli acrilici questo muro è un omaggio agli uomini che hanno combattuto durante la resistenza, proprio come il padre dell’artista.  Intitolato “The Buckingham Warrior”questo lavoro celebra le tante persone che si sono sacrificate durante la Seconda Guerra Mondiale, arrivando persino a vivere nascosti tra gli alberi per salvarsi dai soldati nazisti e fascisti. Un racconto intimo e personale non solo della storia contemporanea, ma anche della famiglia dell’artista americano. Commovente.

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Proseguendo nella passeggiata abbiamo visto il bellissimo murales di Lucamaleonte: le protagoniste di questo muro sono delle vespe che simboleggiano la resistenza silente del quartiere Quadraro negli anni della guerra. In tanti, pur non combattendo, hanno dato il loro sostegno ai partigiani durante la lotta contro i tedeschi e queste vespe, prive di pungiglione, sono il simbolo di una resistenza presente e coraggiosa.

Un altro artista italiano ha affrontato il tema della crisi economica che ha travolto l’Italia in questi anni: Nicola Alessandrini, aiutato da Lisa Gelli e Diavù, ha realizzato un bellissimo serpente viola pronto a divorare un topo verde; una metafora del potere che mangia tutto. Un piccolo aneddoto: nella parte centrale del corpo del serpente c’è un buco perchè prima quella parte del muro ospitava un vecchio cartello.

Mentre Alessandrini lavorava al suo murales, uno degli abitanti del Quadraro ha deciso di rimuovere il cartello per permettere all’artista di lavorare più facilmente: un bellissimo gesto che Alessandrini ha voluto ricordare non ricoprendo di colore quel pezzo di muro. Ecco perché il ruolo di cicerone di Giorgio durante la visita è stato determinante: non abbiamo parlato solo di street art, ma anche di vita di quartiere, di contraddizioni e speranze.

 

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La nostra passeggiata è proseguita verso Via dei Lentuli dove un lungo muro ospita una serie di opere: oltre ad “Art Pollinates Quadraro” realizzato da Diavù, abbiamo i volti di donna di Zelda Bomba, che ha raccontato l’importante ruolo delle donne durante la resistenza, evidenziando il tutto attraverso l’uso del colore rosso. Poi l’artista messicano Malo Farfan ha realizzato due creature che evocano la dimensione del bene e del male appartenenti ad ognuno di noi. Servendosi dei costumi della tradizione messicana, Farfan ha aggiunto due grandi mani che vogliono non solo abbracciare il quartiere, ma anche ringraziarlo per la splendida accoglienza. Il grande sole giallo è di buon auspicio, un nuovo giorno che sorge per il Quadraro.

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Il lungo muro ha accolto anche l’opera di Dilka Bear, autrice di una bambina dallo sguardo penetrante, e le creature di Paolo Petrangeli: anche i brutti ricordi possono diventare fonte d’ispirazione per qualcosa di nuovo e colorato. Un messaggio ottimista da parte di questi due artisti. Infine “Molti amici molto amore”di Omino 71 è la chicca perfetta per qualunque bambino: una lunga serie di personaggi del mondo dei cartoni e del cinema, accomunati nella parte inferiore dal corpo di Topolino.

Una dicotomia tra bene e male resa alla perfezione grazie ai colori vivaci e ai volti di Batman, Bart Simpson e molti altri. Per la realizzazione di questo murales, realizzato con pennelli acrilici, si è rivelato molto prezioso l’aiuto di alcuni bambini del quartiere che si sono trasformati in piccoli artisti.

 

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Il tour è proseguito fino al “tunnel dell’amore”, che ospita due opere da entrambi i lati. La prima è stata realizzata da Joe Pistone insieme a Tommaso Guerra.  La loro opera simboleggia un passaggio tra due tempi: all’interno è stato poi realizzato un arcobaleno in occasione dell’anniversario della liberazione, insieme alle scuole. Una volta attraversato il tunnel potrete ammirare l’opera di Mr Thoms, intitolata “Il risucchiatore”. Realizzata sia con acrilici che con spray, questo personaggio ingloba tutto ciò che c’è attorno. Davvero imponente!

Poi il tour è proseguito con la coloratissima opera di Alessandro Sardella sul muro di Agostino, il carrozziere del quartiere e con il murales del geniale Jim Avignon. Ispirandosi ad un’opera di Amedeo Modigliani, Jim Avignon ha realizzato questo murales in soli due giorni e a mano libera. Un tributo all’arte italiana sul muro del bar bistrot Grandma, in cui Avignon si è anche esibito come musicista.

 

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Un altro grande nome internazionale è quello dell’americano Ron English, famoso anche per le sue proteste contro il cibo spazzatura e catene come McDonald. Il protagonista del suo murales è una sorta di baby Ulk, ispirato ad un’altra sua opera realizzata nel quartiere di Little Italy a New York.

La tridimensionalità di questa opera è eccezionale: oltre al baby Ulk in basso potrete vedere Mickey Mouse con una maschera antigas. Il riferimento ai danni dell’inquinamento è palese. Braccio destro di Ron English, Beau Stanton ha a sua volta realizzato un teschio che emerge da una serie di disegni stile mandala.

 

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Le opere da raccontare sono tantissime:

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  • “Esodati”di Mauro Pallota che ritrae una lupa che si mangia la coda e romolo e remo pronti a partire per trasferirsi all’estero in cerca di fortuna.
  • le rane di Veks Van Hillik, artista francese che ha ritratto delle rane appena uscite dall’acqua in posizione quasi eretta come se fossero persone.
  • i meravigliosi colibrì dell’artista brasiliano L7M
  • il calligramma di Daniele Tozzi, realizzato metà con acrilici e metà con lo spray. Potete leggere una frase sulla bomboletta che è stata ricreata: “Il concetto resta estraneo se non hai il codice”, in riferimento ad una canzone di Caos del 1996. Questa opera è un tributo ai graffiti!
  • il coloratissimo muro di Buff Montser che si serve del gelato come metafora di vita.
  • il murales di donna dell’artista irlandese Fin Dac: una geisha che in realtà svela dettagli europei. Colori brillanti e bellissimi.
  • il murales frutto della collaborazione tra il nostro amato Zio Ziegler e Never. Da un lato potrete vedere la lupa con il profilo di una donna, mentre gli omini gialli sono i partigiani che scappano. Infine la scritta MAI PIU’ di Never: mai più una guerra mondiale.
  • l’opera di Alice Pasquini, che noi non abbiamo visto perché in un’altra zona rispetto a quella iniziale, è intitolata “It’s a new day” e dalle foto merita davvero!

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Una passeggiata che ci ha regalato tante storie di vita vissuta: il quartiere Quadraro ci ha accolte, mostrando la sua bellezza e le sue debolezze. La passione di Giorgio per questo progetto ci ha trasmesso molto entusiasmo, dimostrando quali grandi obiettivi si possano raggiungere attraverso la street art. Non solo delle opere esteticamente belle, ma un racconto autentico della vita di un quartiere storico, interpretato da dei grandi artisti.

Dal legame affettivo di Baseman ai volti di donna di Zelda Bomba, ogni artista si è fatto portavoce di una delle caratteristiche di questo quartiere, non imponendo mai nulla di estraneo. La ricetta magica di MUro è stata quella di andare oltre la sola bellezza, unendola al desiderio di partecipazione e di riscoperta dei cittadini: un tesoro di immenso valore da preservare e custodire. Se volete avere un’idea del tour, ecco un nostro piccolo video:

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2 commenti su “Street Art al Quadraro con MUro, il museo di urban art di Roma

  1. Avevo lasciato un commento ma credo si sia cancellato.. Ops!
    Dicevo che pur essendo di Roma non avevo proprio idea dell’esistenza di questo museo a cielo aperto e della presenza di opere fantastiche in una zona come il Quadraro, che è sì periferica ma che attraverso questa rivalutazione assume tutto un altro aspetto! Ancora più bella di zone come Ostiense e Trullo, arricchite anche esse di bellissimi murales!
    Bello davvero questo tour.

    1. Anna Fornaciari ha detto:

      Si avete assolutamente ragione! Le opere sono a dir poco meravigliose, realizzate da artisti di fama mondiale, ma la cosa più importante è il fatto che siano perfettamente contestualizzate nell’ambiente circostante. IL quartiere è davvero interessante e anche grazie al lavoro dei ragazzi di MUro, ha acquistato un fascino in più. A noi è piaciuto tantissimo!

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