Il regno delle installazioni artistiche: 3 artisti contemporanei da conoscere
Qualche tempo fa abbiamo parlato di che cosa sono le installazioni artistiche, citando alcuni esempi concreti, come le opere di Joana Vasconcelos. Nuova frontiera dell’arte contemporanea, l’installazione ha l’indubbio merito di legarsi allo spazio fisico circostante, creando nello spettatore una inevitabile reazione che sia di stupore, disgusto o entusiasmo. Personalmente apprezzo molto questa forma d’arte e così ho deciso di proporvi una top 3 di artisti contemporanei le cui installazioni non possono di certo passare inosservate.
@Maine College of Art
Prima di iniziare la sua carriera artistica, il quarantasettenne americano Keith Edmier lavorava nel cinema come esperto di effetti speciali, continuando poi ad usare queste esperienze nelle immagini e nelle metafore che impiega, a volte sfiorando l’iperrealismo, a volte con risultati biomorfici e surreali. Come artista, predilige il potere narrativo di un riconoscibile realismo oggettivo rispetto al minimalismo o all’astrazione. Edmier ha da sempre ostacolato in modo deliberato le interpretazioni non ambigue delle sue installazioni, ma è presumibile che un aspetto centrale della sua opera sia il processo traumatico delle sue grandi esperienze infantili. Ne è un esempio il lavoro del 1995 intitolato “Siren”, che è un supporto d’argento che sostiene due grandi megafoni gialli di resina sintetica, richiamando l’idea della sirena di una fabbrica che, a Chicago, durante l’infanzia, lo tormentava. Il titolo richiama anche alle avventure di Ulisse e al canto delle sirene, creando una rete di allusioni che mescola componenti biografiche con elementi narrativi storici e mitologici.
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Le opere di Cosima Von Bonin vantano una tensione creativa in bilico tra valori personali e soggettivi ed interessi sociali. Le tematiche delle sue installazioni, video ed oggetti, sono le associazioni digressive e le influenze esterne che determinano la genesi del suo lavoro. Proprio queste influenze esterne comprendono le opere di altri artisti e l’immediato contesto sociale. Già nella sua prima esposizione del 1990, la Von Bonin, nata nel 1962 a Mombasa e residente a Colonia, espose palloni sui quali erano scritti i nomi, le date di nascita e le date del debutto degli artisti rappresentati nella leggendaria mostra di Harald Szeeman “When Attitudes Become Form” del 1969. Spesso infatti la giovane artista si è servita delle sue esposizioni come uno spazio per la presentazione delle opere di amici e colleghi apprezzati. La sua liberalità di fatto ha messo in discussione i meccanismi della presentazione artistica, creando un crocevia tra le arti visive e le altre realtà artistiche.
@Cover Magazine
Una polifonica rappresentazione di fatti storici, riprodotti attraverso film ed istallazioni: lei è Mariana Castillo Deball. Classe 1974, è nata a Città del Messico, e queste origini si manifestano apertamente nei suoi lavori, che evocano sensazioni di storie antiche e miti passati. Formatasi attraverso lo studio dell’arte e della filosofia, ora vive tra l’Olanda e Berlino, sviluppando una forte inclinazione verso tutto ciò che ha a che fare con l’archeologia e l’antropologia. L’architettura di un museo archeologico, tra le sue mani, può diventare materia da plasmare, rielaborato con una leggerezza che conquista lo spettatore, lasciandolo di stucco.
@Barbara Wien
Mariana Castillo Deball comincia ogni suo progetto partendo da un racconto, che ha scritto o che qualcuno le ha narrato. Attraverso un attento e scrupoloso lavoro di ricerca, cerca di convertire lo spazio in uno strumento di comunicazione, sperimentando con tutto ciò che è popolare o comune. Il focus delle sue opere è incentrato sulla possibilità di convivenza tra forme dissimili. Ispiratasi spesso agli happening di Allan Kaprow, il suo punto di partenza è un testo scritto che indica le azioni da eseguire, per poi osservarne le modalità di sviluppo e le conseguenze. Sculture di carta pesta che trattengono messaggi e significati, come un’eco lontano che proviene dal mare: le sue opere sono come gli animali delle favole, presenze garbate e misteriose.
PH copertina: Barbara Wien