Sogno o realtà: come deve essere un museo a misura di bambini?
Una domanda che ci poniamo molto spesso, avendo il piacere di visitare sempre più musei, è questa: “Come deve essere un museo a misura di bambini?” Fortunatamente sta aumentando in modo esponenziale il numero di famiglie che porta i propri figli alla scoperta di musei e luoghi della cultura, in cui trovare nuovi stimoli e rinnovate fonti d’ispirazione. Per rispondere a questa domanda ci siamo rivolte ad una grande professionista del settore, oltre che nostra amica: vi presentiamo Leontina Sorrentino.
Da più di 10 anni parla di arte ai bambini: ha cominciato prima come animatore, poi operatore, quindi progettista di singoli interventi e oggi si dedica ad azioni puntuali e integrate, attivando collaborazioni in diversi ambiti che riescano ad amplificare l’intera esperienza proposta. Ha maturato gradualmente consapevolezza sul potere dell’arte e sulla necessità della divulgazione “artistica” e nessuno meglio di lei potrebbe rispondere alla nostra domanda. Vogliamo ringraziare molto Leontina per la sua disponibilità e per questa analisi così oculata e attenta del binomio cultura e bambini: e a voi auguriamo una buona lettura.
@NanoPress
Museo a misura di bambini: definizione e ricerche
Un interessante dibattito investe da qualche anno il tema bambini al museo, portando all’attenzione dei musei tutte le esigenze di una consistente fascia di visitatori. Le famiglie con bambini rappresentano una apprezzabile parte di fruitori del patrimonio culturale, con caratteristiche proprie e necessità peculiari. L’attenzione all’offerta culturale varia a seconda dell’età dei bambini: nella mia esperienza, minore è l’età del bambino maggiore è l’interesse del genitore nella ricerca delle attività. Dall’altra parte per una fascia di età prescolare le offerte didattiche museali sono di molto inferiori a quelle di altre età: naturalmente questo è solo uno degli aspetti da considerare in un discorso molto complesso.
Intervistando genitori e accompagnatori di bambini e bambine al museo è stato possibile redigere alcuni manifesti che evidenziano le considerazioni emerse, con l’obiettivo di dare indicazioni utili a musei e luoghi della cultura su come essere accoglienti e fruibili, migliorare servizi e creare condizioni favorevoli per sensibilizzare alla storia, all’arte e alla bellezza. In Italia è giunta oramai alla quinta edizione F@mu 2017, la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo, un evento, organizzato generalmente ad ottobre, in cui i musei attivano speciali attività per famiglie, il cui obiettivo resta quello di favorire l’incontro, lo scambio e la cultura. Chi partecipa alla giornata Nazionale aderisce al Manifesto del Museo a Misura di Bambino.
Il Manifesto Les 10 Droits du Petit Visiteur, qui in italiano, è un decalogo che arriva dalla Francia: la Carta dei piccoli visitatori va dal diritto di avere un’opera preferita a quello di poter chiudere gli occhi, dal diritto di fare domande a quello di non visitare tutte le sale, dal diritto di avere un proprio ritmo a quello di sedersi. Interessante l’approccio e la possibilità che ogni museo ha di sottoscrivere la Carta, impegnandosi a porre attenzione alle esigenze dei più piccoli e delle loro famiglie.
@Zebrart
Museo a misura di bambini: gli spazi per la didattica
Ho avuto modo di visitare molti musei, sia come professionista che come mamma, e ho fatto alcune considerazioni che rappresentano il fondamento del mio lavoro. Il luogo che riserviamo all’esperienza didattico museale proposta ai bambini è determinante: non posso immaginare di realizzare un percorso, per quanto elaborato e innovativo, prescindendo dal luogo in cui ho intenzione di realizzarlo. Non è solo questione di ‘capienza’ però, insieme ai contenuti, l’impatto che l’ambiente ha sul bambino determinerà: l’andamento del laboratorio, il prodotto finale, il percorso personale e il desiderio (o meno) di ritornarci e rivivere un’altra volta l’esperienza. Nell’organizzarlo dobbiamo considerare diversi fattori, ciascuno con un proprio peso specifico. Bisogna capire, prima di utilizzarlo, com’è progettato, come posso starci dentro e che potenziale di movimento ‘formativo’ posso prevedere.
@Pixabay
Per una corretta fruibilità dobbiamo assicurarci di lavorare sulla massima accessibilità come i pieni e i vuoti; i passaggi o le postazioni di lavoro; le giuste misure e la sicurezza. Lo spazio è un luogo fisico in cui i bambini interagiscono con noi, con i coetanei e con gli stimoli che abbiamo progettato per loro: stimoli espliciti (quello che verbalmente dichiaro di fare) e impliciti (come li spingo a muoversi nell’ambiente). Non è mai completamente neutro rispetto alle finalità educative e formative e valutarlo in sede di progettazione didattica significa prevederne un utilizzo funzionale al mio obiettivo. Lo spazio influenza il lavoro dei bambini, ma anche il nostro. Può tornarci utile per rafforzare messaggi, può distrarre, ma anche rappresentare un reale disagio che inficia tutto il resto. Dimensioni, orientamento, temperatura, colori delle pareti, oggetti presenti, illuminazione, odori, aree di interesse, personificazione: queste sono solo alcune delle componenti da gestire.
Le caratteristiche dello spazio:
- considerato: non possiamo fare qualunque tipo di laboratorio indipendentemente dal luogo che andremo ad occupare;
- identificato: già in fase di ideazione devo pensare al tipo di spazio che mi occorre per uno specifico tipo di progetto
- valorizzato: enfatizzare modalità di lavoro, peculiarità di materiali e relazioni interpersonali attraverso la disposizione spaziale;
- segnalato: dare dei punti di riferimento visivi, magari con delle immagini che suddividano le aree progettate;
- presentato: entrare in contatto non per caso, ma accompagnati dall’educatore facilita la decodifica dell’ambiente e fa sentire a proprio agio il bambino.
@Fondazione Magnani Rocca
Museo a misura di bambini: piccola lista tutta italiana
Gli spazi dei musei dedicati alla didattica sono di vario tipo. Spazi adattati, spazi ricavati, spazi condivisi, spazi ricercati: esistono situazioni più congeniali di altre. I musei scientifici sono per metodo vocazionalmente più interattivi di altre tipologie di musei. Dai musei più noti come il Muse a quelli meno conosciuti come il Museo del Balì, e quelli risorti come la Città della Scienza di Napoli. Può essere più consono per le sperimentazioni manipolative un museo di arte contemporanea rispetto ad uno di arte sacra (per contenuti, materiali, tecniche). Dal Mart di Rovereto, con una grande tradizione di ricerca didattica alle spalle, ad una piccola realtà a Buonconvento con il Museo di Arte Sacra : il panorama italiano è molto variegato. Dai grandi poli museali che attirano grosse fette di turismo internazionale ai piccoli musei, riuniti in un’associazione APM, che fanno dell’accoglienza la chiave d’accesso al proprio universo narrativo, composto da rete territoriale e storia locale.
Non sempre la qualità dell’offerta è alta e non sempre i mezzi sono adeguati, tuttavia nessun caso merita che sia bandita la didattica, anche in luoghi che sembrano inopportuni per ospitare bambini. In molti edifici è impossibile intervenire modificando l’assetto spaziale, ma è possibile cambiare il punto di vista, rileggendo gli spazi delle sale con una innovata visione. L’aspetto che, a mio parere, incide maggiormente su un progetto di didattica museale è il carattere continuativo, integrato e a lungo termine. Può anche richiedere un elevato investimento economico e di risorse, ma prima di ogni cosa un pensiero innovativo: la fiducia che la nostra storia possa essere identità e prospettiva futura.
Ma in quale stato si trovano quelli più sviluppati ??
Ciao Andre! Allora il Nord Europa, come Danimarca e Svezia, ospita molti musei all’avanguardia, perfetti per offrire un percorso di qualità ai bambini. Ma anche qui in Italia ci sono strutture validissime, un esempio è il Mart di Rovereto!
Gent.ma Anna,
sono una guida museale che lavora in una struttura molto particolare : il Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno (Lecce). Il nostro museo ospita tre murales eseguiti tra il 1945 è il 1946 da un ebreo rumeno fuggito da Auschwitz ed accolto nel campo profughi allestito dall’UNRRA proprio nel piccolo borgo di pescatori che è la location del sito di interesse storico e culturale. Abbiamo anche una mostra fotografica permanente relativa alla vita nel campo (1944-1947). Il nostro progetto più importante è rendere fruibili spazio e contenuti, non di facile lettura, ai piccoli visitatori. Avrebbe un consiglio da offrirci? Grazie, e se capita in Puglia venga a trovarci. Siamo anche su Facebook.
Alessandria Greco
Prima di tutto grazie di avermi scritto, è un piacere conoscerti! Non conoscevo la vostra realtà museale, ma complimenti per la splendida posizione in cui vi trovate. Ho guardato il sito internet e mi sono fatta una idea sulla vostra collezione e sui murales: chiaramente trattare un argomento così delicato non è mai semplice, soprattutto se si tratta di bambini, ma credo anche che trovando la chiave di lettura giusta sappiano regalare grandi sorprese. Innanzitutto i murales sono una risorsa straordinaria e secondo me potreste sfruttarli per attirare l’attenzione dei bambini, chiedendo di dire che cosa vedono in quelle particolari opere e facendo una buona attività di storytelling. Avete la possibilità di organizzare laboratori tematici? Perché per i bambini l’arte deve essere toccata e sperimentata in prima persona: secondo me lasciarli ispirare dai murales e come secondo step permettere loro di realizzare un disegno o un piccolo murales potrebbe rendere l’esperienza di visita più interattiva e coinvolgente. Stesso discorso per la collezione: attraverso le foto potete realizzare con loro un lavoro ad hoc, affrontando il tema dei campi e declinandolo anche secondo quello che il bambino ha colto durante la visita. Chiaramente sono spunti dati senza effettivamente aver mai visitato la vostra struttura, ma quando mi capiterà di passare nella zona vi farò visita sicuramente. Per altre domande e curiosità non esitate a contattarmi anche via email all’indirizzo: info@travelonart.com