Arte e social media: come valorizzare la cultura

Che rapporto c’è tra arte e social media?

Da anni ormai i musei, e più in generale le istituzioni culturali, hanno sentito la necessità di essere sul web, di essere social, esattamente come lo sono gli sportivi e i politici, gli attori e le case di moda.

Solo curiosità? Io direi piuttosto opportunità perché questa nuova consapevolezza ha segnato una svolta epocale non solo nel modo di intendere i musei, ma anche in quello di fruirne, rendendoli protagonisti attivi e facilmente raggiungibili da parte del singolo visitatore. Solo attraverso il digitale, infatti, è stato possibile creare un legame diretto tra il cittadino e le sue istituzioni culturali, favorendo un sano rapporto bilaterale fatto di mutui scambi.

È stato proprio il web a modificare l’idea stessa di museo, sia nell’immaginario collettivo, sia a livello museografico.

Perché un’istituzione culturale dovrebbe investire sui social? 

In realtà, sarebbe più corretto dire che un’istituzione culturale dovrebbe dotarsi di una digital strategy che non coinvolga esclusivamente i canali social, ma anche il sito web con il relativo blog, la newsletter, il podcasting e altri strumenti digitali che permettono di creare una strategia di comunicazione integrata.

arte e social media

Ora però focalizziamo sui social e sul perché un museo o un’istituzione culturale dovrebbe investirci:

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  • i social media sono uno strumento fondamentale per creare o rafforzare l’immagine del museo sviluppando il proprio personal branding;
  • tramite una accurata e completa strategia di social media marketing è possibile creare uno storytelling del museo, in questo modo si crea un pubblico, lo si coinvolge e si incrementa il senso di appartenenza alla Community. Il visual storytelling è un elemento essenziale per costruire questo percorso;
  • grazie ai social media è possibile diversificare la propria presenza sul web, adattando il tono di voce ed i contenuti ai diversi canali scelti (i quali devono a loro volta essere scelti in base ai target);
  • coinvolgere il pubblico e creare conversazioni, che sia verso una nuova mostra, verso un evento, uno spettacolo o altro. Questo è l’obiettivo primario di ogni strategia social;
  • i social media possono essere utili anche per mettere in contatto i professionisti che lavorano all’interno della struttura con i visitatori, favorendo un dialogo costruttivo;
  • i social media si riveleranno indispensabili nello svolgere ricerche dirette, come i sondaggi. Se vengono utilizzati per fare domande e per confrontarsi con il pubblico, è possibile acquisire tutte le informazioni relative agli interessi del target di riferimento, creando una successiva programmazione ad hoc;
  • tramite i social media si può fare anche un buon Customer Service: le risposte alle diverse curiosità ed esigenze dei visitatori possono e devono essere soddisfatte immediatamente e in modo diretto;
  • infine social media e applicazioni mobile possono essere utilizzati per creare “percorsi” guidati e interattivi, rendendo il percorso multimediale e fruibile per i visitatori.

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Alcuni esempi da conoscere

Alcuni esempi di buone prassi reali, di cui si possono verificare gli effettivi risultati, sono le sinergie che si sono costruite tra i musei e due social network in particolare: Twitter e Instagram. Ogni anni su Twitter e su Instagram si svolge l’evento digitale dedicato ai musei di tutto il mondo: la #MuseumWeek.

Ma che cos’è?

Questa iniziativa, il cui lancio è avvenuto nel 2014, consente a tutti i musei anche i più piccoli e quindi  meno conosciuti di promuovere la propria arte in rete.

Leggi anche: I musei di arte contemporanea da seguire su Instagram 

La #MuseumWeek è un’opportunità per tutti gli appassionati del settore: grazie ad alcuni hashtag dedicati, a seconda del tipo di curiosità, qualunque persona potrà interagire con gli addetti ai lavori di tantissimi musei.

 

arte e social media

 

Le precedenti edizioni hanno registrato un successo internazionale e inaspettato, sia in termini di scambio dati che di engagement. Nell’edizione 2015 hanno partecipato 2800 musei e gallerie da tutto il mondo, di cui 259 solo in Italia, per un totale di circa 600mila tweet. Ogni edizione vengono identificati 7 hashtag sui quali i musei e le istituzioni culturali di tutto il mondo sono invitati a condividere contenuti giornalmente.

Twitter però non è il solo social network ad aver creato opportunità reali di sinergia: Instagram è senza dubbio un altro grande protagonista. Conoscete il fenomeno #Empty?

Questo movimento consiste nell’organizzare visite esclusive di ambienti normalmente non aperti al pubblico, nei quali viene data la possibilità, in via straordinaria, di fare foto senza il normale “ingombro” della folla dei visitatori. Questi scatti vengono poi condivisi su Instagram con un hashtag dedicato, che include la parola Empty, seguita dal nome della location che ospita l’evento.

Questi eventi, organizzati in molti paesi del mondo tra cui anche l’Italia, permettono non solo di creare una community cospicua di appassionati che possono conoscersi e scattare fotografie, ma crea anche un notevole engagement sul profilo Instagram dello stesso museo, con un seguente incremento di followers e dunque di pubblicità.

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Dunque che rapporto c’è tra arte e social media?

Se hai mai visitato le grandi realtà museali americane sai per certo che i social e in generale il digitale è indispensabile per il mondo dell’arte. Ecco un esempio: il Brooklyn Museum oltre ad avere il proprio sito web, il blog e diversi canali social, utilizza tutte queste piattaforme non solo per comunicare le proprie mostre e le principali novità, ma per creare un legame diretto con i suoi visitatori.

Un museo più umano quindi, i social media sono nati fin dall’inizio come strumenti per la creazione di legami sociali: il segreto per una social media strategy di successo per l’arte è proprio questo!

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